mercoledì 4 settembre 2024

Lacrime di stelle

 

Nella notte, certe notti, quando il cuor s'adombra e un triste velo senza fine avvolge l'anima come manto fosco, anche il cielo pare compagno del mio mesto pianto.

Guardo le stelle lontane splendere nel buio come pensieri erranti, ma in questo perdersi di solitudine profonda, anch'esse sembrano mestamente piangere insieme al mio pianto nascosto al mondo, diventano lacrime, piccole gocce di dolore che scivolano dall'alto, senza voce nè suono.

O dolci e leggiadre stelle, perché nel vostro brillare vedo riflesso il mio sconforto e l'animo inquieto?

È forse il cielo specchio del mio cuore, o son io, con la mia pena infinita, a colorare la notte di nostalgico desìo?

Quando le lacrime scendono lente e amare e l'anima mia si perde nell'eco del silenzio là, oltre le nubi, il firmamento soffre e ogni stella, in tremolio sottile, diventa simbolo d'un dolore condiviso.

Ah, stelle, compagne del mio vagabondar notturno, che sussurrate al vento i vostri - e i miei - segreti antichi, quanto mi rassicura il vostro mesto luccichio; sapere che non son solo in questa mesta notte, che perfino il cielo si fa complice del mio pianto.

E così, sotto un manto di lacrime celesti, io mi perdo nei meandri del mio Essere, cercando conforto tra le braccia del silenzio, mentre le stelle, pallide e splendenti, mi narrano la tristezza dell'universo.

E se le stelle sono gocce di pianto che il cielo versa per lenire il mio dolore, allora il mio cuore è un mare in tempesta, un infinito abisso di sentimenti e speranze che, come loro, brilla nella notte più oscura.

Così, in questa veglia solitaria e triste, amo la tristezza e voglio essere triste: io e le stelle, compagni di un viaggio che annulla il tempo, piangiamo assieme, uniti nella notte, finché l'alba, con il suo riverbero dorato, non ci doni tregua e ci offra il suo perdono. Giovanni Provvidenti



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