martedì 22 dicembre 2015

Esistenza.



Ritrovarmi in questo ovale
con un legame vitale
in solitudine a volteggiare
con l 'infinito aspettare
di qualcosa.
Sognare
di poter camminare
in un nuoto perpetuo
di pensieri
intravedendo una luce bianca.
La fine di tutto.
Uno schiocco.
Un pianto.
La nascita della vita in braccio a giganti biancheggianti.
Crescendo vidi cose senza senso
cosciente del perduto collettivo senno.
Vidi uomini con biancheggianti vestiti
baciare e non procreare
di fronte a un freddo altare
in nome di una croce
e un continuo narrare.
Esseri travestiti
professare falsi miti
e scuole dove si imparava a vivere
lasciando l'intelligenza reprimere.
Sicuri di un tranquillo lavoro
si sedevano su un falso trono
lasciando che un finto quadrato
rubassero loro gli anni d'oro.
Ed ora piano piano mi invecchio
sperando ancora in un qualche cambiamento.
Disteso in un biancheggiante letto
rimango cosciente che della vita
e delle esperienze connesse ad essa
non mi interessa piu niente.
Tutto improvvisamente si illumina di bianco
e mi appresto al grande salto.
Ma con me non posso portare nient'altro
che un tatuaggio
situato dentro al cuore
con impresso dentro il nome
di quella persona che in questa vita
mi diede tanto amore.

§ Pier Paolo Pasolini. §

martedì 1 dicembre 2015

L'INVERNO INTERIORE

  • In previsione dell'inverno che si avvicina, ognuno sa che deve predisporsi ad affrontare il freddo: prepara il riscaldamento, l'isolamento della casa, i vestiti più pesanti, ecc.. Sfortunatamente la gente è molto meno previdente quando si tratta di affrontare gli inverni interiori, e quando giunge un periodo oscuro sa solo lamentarsi che la vita non ha alcun senso. Direte che le stagioni della vita interiore non si succedono con la stessa regolarità delle stagioni della natura e che sono meno prevedibili. È vero, ma bisogna sapere che l'inverno ritorna ineluttabilmente ogni tanto e, se vi abituate ad osservarvi, scoprirete ogni volta in voi certi segni premonitori. Imparate dunque ad analizzarvi e, non appena sentite che un periodo di freddo e di oscurità sta per arrivare, siate vigili. Preparate gli elementi spirituali che vi permetteranno di continuare a tener acceso in voi il fuoco e la luce. Gesù diceva: "Camminate finché avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano". Questo significa: "Approfittate delle buone condizioni per procurarvi le armi che vi serviranno il giorno in cui dovrete affrontare le difficoltà che si avvicinano"."
                                        Omraam Mikhaël Aïvanhov


domenica 29 novembre 2015

Riflessione silenziosa


Certe persone sono come le matrioske.
All'inizio ti sembrano così grandi ma poi, piano piano, si rivelano piccole piccole.

domenica 27 settembre 2015

E’ possibile rievocare i ricordi che l’anima registra dopo la morte fisica fino all’incarnazione successiva.


vite-precedenti

Una scoperta di “enormi proporzioni spirituali”. Il dott. Michael Newton (noto ipnoterapeuta) afferma che è possibile rievocare i ricordi che l’anima registra dopo la morte fisica fino all’incarnazione successiva.

Michael NewtonIl dott. Michael Newton non avrebbe mai potuto immaginare che la sua attività di ipnoterapeuta, esperto di regressione nelle vite precedenti, stesse per prendere una piega a dir poco incredibile. Era un pomeriggio di dicembre di inizio anni ’70, quando una donna si presentò nel suo studio per chiedergli di aiutarla a superare la depressione da cui era afflitta e, soprattutto, a liberarsi di un profondo senso di isolamento e di nostalgia che le faceva desiderare di stare con i suoi vecchi amici. Quando il dott. Newton le chiese se questi amici fossero compagni d’infanzia, la donna rispose di no: in realtà, non li aveva mai incontrati nella realtà, li vedeva soltanto nei suoi sogni. Pur con una certa perplessità, il dott. Newton decise di sottoporre la donna a ipnosi regressiva e, in effetti, esplorando diverse vite precedenti, un paio di questi amici fecero la loro comparsa. La donna, però, non era soddisfatta. Continuava a ripetere che erano molti di più di due e che desiderava vederli tutti insieme, esattamente come avveniva nei suoi sogni.
Fu durante una sessione di regressione che Newton, in preda ormai a una certa frustrazione, le chiese se c’era mai stato un tempo in cui si fosse trovata insieme a tutti i suoi amici. La donna si illuminò e rispose di sì. A quel punto, Newton le chiese di andare a quel tempo e, dopo pochi istanti, la donna sorrise raggiante: eccola, era lì, insieme a tutti loro. Newton non capiva. Dove si trovava la donna? “Dove ti trovi?” le chiese. “Nel mondo spirituale!” rispose lei senza esitazione.
La svolta decisiva nella carriera di Newton ebbe luogo in quell’attimo.
Nei giorni seguenti, ossessionato da quel che era accaduto nel suo studio e che non riusciva a spiegarsi, cominciò a riascoltare la cassetta più volte. Durante le regressioni di altri pazienti, decise quindi di chiedere loro di andare nel “mondo spirituale”, cercando di mettere insieme i pezzetti di un puzzle sconosciuto.
Ipnosi regressivaLe ricerche di Newton si svolsero in solitudine e in segreto fino agli anni ’80, quando – dopo aver raccolto migliaia di testimonianze – si decise a scrivere il suo primo libro, “Journey of souls” (“Il viaggio delle anime”), pubblicato infine nel 1994. Il contenuto aveva a che fare con una scoperta di enormi proporzioni spirituali. Newton affermava che era possibile rievocare i ricordi che seguono l’uscita dell’anima dal corpo fisico e che si estendono fino alla soglia dell’incarnazione successiva. In poche parole, Newton offriva la possibilità di accedere ai misteri della “vita dopo la morte”: il suo libro era la riproduzione fedele di diverse regressioni ipnotiche nella “vita tra le vite” (ne erano state raccolte circa 7000) e riportava le fasi dell’esperienza spirituale compiuta dall’anima dopo la morte fisica.
Oggi il frutto di quasi 40 anni di ricerche del Dott. Newton, è racchiuso oltre che in “Journey of souls”, anche in “Destiny of souls” (“Il destino delle anime”), quest’ultimo pubblicato nel 2004. A questi due libri, se ne è aggiunto un terzo, “Memories of the Afterlife” (“Memorie dall’Aldilà”), pubblicato nel 2009 in collaborazione con altri ipnoterapeuti esperti di regressione nella “vita tra le vite”, in cui alle regressioni è seguito uno studio per determinare a distanza di tempo quali influenze avesse avuto la rievocazione dell’esperienza nell’aldilà, sulla vita dei soggetti trattati.
Questi tre libri, best-seller tradotti in oltre 25 lingue, hanno finito per rappresentare una sorta di “mappa” animica del mondo spirituale riuscendo a tracciare la sequenza di eventi che l’anima sperimenta dal momento della morte fisica fino alla scelta di tornare ancora una volta nel mondo terreno. Gli argomenti trattati nei tre libri comprendono molte tematiche finora sconosciute. Tra le altre, viene descritto come ci si sente nel momento della morte e che cosa si percepisce subito dopo; come si tenta di comunicare con chi rimane sul piano terreno; l’incontro con le guide spirituali; la descrizione dei vari piani astrali; i sistemi dei “gruppi di anime” e le dinamiche del gruppo di appartenenza; la revisione della vita appena trascorsa e le opzioni che non sono state considerate; il Consiglio di Anziani che aiuta l’anima a comprendere le lezioni animiche; il concetto di evoluzione dell’anima; la scelta del corpo per l’incarnazione successiva e la preparazione al ritorno sulla Terra.
Ciò che è davvero sorprendente nelle ricerche di Newton è che migliaia di soggetti di razza, religione, età, credo, cultura e provenienza diversi raccontano tutti lo stesso viaggio, con modalità solo leggermente differenti. Quando gli viene chiesto come faccia ad essere certo che le testimonianze da lui raccolte siano in buona fede e non frutto di fantasia, Newton risponde: “Be’ una delle cose che deve fare un ricercatore onesto è quella di non suggerire le risposte. Questo è l’unico modo per raccogliere dei dati ‘puri’. Ho trattato ogni caso come se stessi sentendo il racconto dell’Aldilà per la prima volta. Non ho mai chiesto: Vedi questo o questo? quanto piuttosto: Che cosa vedi ora? All’inizio ho avuto paura che fossero solo fantasie, anche se sapevo che è praticamente impossibile fantasticare sotto ipnosi profonda. Ma quello che mi ha spinto a continuare è stata la consistenza dei dati che raccoglievo. Ero impressionato dal fatto che non importava a quale religione, razza o cultura appartenesse il soggetto: sotto ipnosi profonda tutti raccontavano gli stessi dettagli. Inoltre, ho addestrato centinaia di ipnoterapeuti ad accedere nella ‘vita tra le vite’ e oggi i dati raccolti da loro, e che provengono da tutto il mondo, confermano le mie scoperte”.

L’inizio del viaggio nell’Aldilà: la transizione dopo la morte

La transizione dopo la morteSecondo le testimonianze raccolte da Newton e dai suoi collaboratori, le anime che lasciano il corpo fisico vengono immediatamente accolte da una guida spirituale o da persone conosciute in vita e che hanno già lasciato il piano terreno. Sebbene, il viaggio cominci quasi subito, non tutte le anime fanno immediato ritorno nell’Aldilà. Ci sono anime che sono state così seriamente danneggiate dall’esperienza terrena da non riuscire a tornare al mondo animico dopo l’uscita dal corpo fisico e che finiscono per ritrovarsi in un “luogo” di transizione.
A questo gruppo (meno numeroso rispetto a quello di chi fa immediato ritorno “a casa”), appartengono due tipi di anime: coloro che non accettano la dissoluzione del loro corpo fisico e lottano per non tornare al mondo dello spirito per motivi di angustia personale, e quelle anime che hanno compiuto o sono state complici di crimini molto gravi.
Mentre il primo gruppo di anime ha bisogno di “adattarsi” alla nuova condizione e, con il tempo accetta l’idea di proseguire il viaggio; alle anime che hanno perpetrato crimini atroci viene concesso l’accesso al mondo animico in un luogo separato e isolato. La decisione che si conclude con l’isolamento viene presa con le proprie guide spirituali nei momenti successivi alla morte fisica: l’isolamento ha il solo scopo di aiutare l’anima a prendere consapevolezza del proprio operato, e il peso della propria coscienza e dei propri rimorsi sembrano essere l’unica “condanna”.
Dal momento che il male può prendere diverse forme sul piano terreno, le istruzioni spirituali e il tipo di isolamento utilizzato per ciascun anima sono diversi. Anche il periodo di isolamento e di indottrinamento da parte delle guide non è predeterminabile. Il dott. Newton, per esempio, ha raccolto testimonianze che riguardano i cosiddetti “spiriti malevoli”: molti di loro tornerebbero sulla Terra subito dopo un periodo di isolamento, al fine di espiare il proprio operato malevolo attraverso un’incarnazione migliore.
Comunque tutte le anime, a prescindere dall’esperienza avuta sulla Terra, approdano a una sorta di “porto centrale” nel mondo dello spirito, che Newton chiama “l’area di sosta”: in questo luogo simbolico simile a un “centro direzionale” (si tratta ovviamente di una metafora: i luoghi animici sono quasi indescrivibili con parole umane…), le anime vengono raccolte e poi orientate verso il proprio gruppo di appartenenza. La caratteristica più straordinaria di questo luogo è la sensazione che ci sia una grande forza mentale che dirige tutto in base a un’armonia misteriosa. I soggetti intervistati sotto ipnosi si riferiscono a questo luogo come a “un luogo di puro pensiero”.

I gruppi di anime e il Consiglio degli Anziani

Gruppi di anime nell'aldilàA questo punto, l’anima fa ritorno al gruppo di appartenenza (a meno che non si tratti di anime molto giovani o di anime che vengono isolate per altre ragioni). Le anime che compongono il gruppo sono “anime compagne” di vecchia data, strettamente unite per l’eternità, che posseggono lo stesso livello di consapevolezza. Questi gruppi affiatati sono spesso composti da anime affini che mirano a obiettivi comuni a cui lavorano continuamente, anche aiutandosi a vicenda. Di solito, alcuni membri di uno stesso gruppo scelgono di incarnarsi contemporaneamente rivestendo il ruolo di parenti o di amici intimi proprio per lavorare insieme a un obiettivo comune.
Dopo essere ritornati nel gruppo animico di appartenenza (che include in media da 8 a 15 membri), le anime sono chiamate a comparire davanti al “Consiglio degli Anziani”. Sebbene non si tratti di un Consiglio d’accusa, il suo scopo è quello di aiutare l’anima ad esaminare il proprio operato terreno prima di ritornare alle attività del gruppo di appartenenza. Il Consiglio è composto da “anime profondamente amorevoli e altamente evolute” che danno l’impressione di essere molto antiche..

I diversi livelli delle anime

Secondo Newton, il collocamento all’interno di un gruppo specifico è determinato dal livello di evoluzione. Nelle sue ricerche, Newton ha riconosciuto tre livelli: le anime principianti, quelle intermedie e quelle evolute. Con umiltà ammette di non essere potuto andare oltre, perché – ovviamente – le sue testimonianze provengono da anime ancora soggette al ciclo di incarnazioni terrene e gli è stato quindi impossibile “esplorare” l’esistenza di anime ormai evolutesi al di là dell’esistenza terrena. Con una certa ironia, afferma soprattutto che un’anima altamente evoluta non ha bisogno di cercare un terapeuta esperto di regressione per risolvere i conflitti relativi al suo piano di vita!

Le anime principianti

Ci sono due tipi di anime principianti: le anime che si reincarnano sulla Terra da poco tempo e le anime che si stanno reincarnando da un tempo relativamente lungo, ma che rimangono ancora immature. Newton crede che quasi i tre quarti di tutte le anime attualmente incarnate sulla Terra siano ancora nelle fasi iniziali di sviluppo. Le anime concludono il loro ciclo di incarnazione sulla Terra quando raggiungono la piena maturità.
Sempre secondo le scoperte di Newton, l’anima principiante può vivere una serie di vite in uno stato di confusione e di inefficienza a causa dell’influenza di un “curriculum terreno” molto diverso dalla coerenza e dall’armonia propria del mondo dello spirito. Anime meno sviluppate non esercitano la propria volontà spirituale e tendono a rassegnarsi al volere della società, finendo per essere incastrate in strutture socio-economiche di subordinazione. L’anima inesperta tende ad essere trattenuta dal realizzare il proprio compito spirituale dalla mancanza di un pensiero indipendente. Queste anime hanno anche una certa propensione all’egoismo e all’egocentrismo e non riescono ad accettare facilmente gli altri per quello che sono. Non c’è anima che nel passato non sia stata principiante.

Le anime intermedie

I diversi livelli di animeNon appena le nostre anime avanzano al livello intermedio di sviluppo, l’attività di gruppo viene notevolmente ridotta. Questo non significa che si ritorni a quel tipo di isolamento che caratterizza le anime “nuove”. Piuttosto, le anime che evolvono al livello intermedio hanno meno interazione con il gruppo primario di appartenenza, perché hanno acquisito la maturità e l’esperienza per operare in modo più indipendente. Per queste anime, la pausa tra un’incarnazione e l’altra è più lunga.
Queste anime sono finalmente pronte a prendersi responsabilità più importanti. Il rapporto che li lega alle loro guide spirituali disincarnate si trasforma da quello tipico tra maestro e allievo a quello tra compagni di lavoro. Come le guide spirituali sono arrivate nel passato ad avere il loro gruppo di studenti così, per queste anime intermedie, arriva il momento per sviluppare competenze didattiche che alla fine le qualificheranno per fare da guida a qualcun altro.
Questa è una tappa significativa per lo sviluppo di un’anima, perché pian piano le vengono date maggiori responsabilità in riferimento all’istruzione di anime più giovani. Nessuno però raggiunge il grado di “guida” da un giorno all’altro. Come per molti altri aspetti della vita dell’anima, tutti noi siamo accuratamente testati. I livelli intermedi sono periodi di prova per potenziali insegnanti. I nostri mentori ci assegnano un’anima di cui prenderci cura e poi valutano le nostre prestazioni da “leader” sia durante che dopo l’incarnazione fisica.
Solo se questo addestramento preliminare ha successo veniamo autorizzati a diventare delle “guide junior”. Il non essere adatti all’insegnamento non impedisce però a un’anima di raggiungere il livello avanzato. Ogni guida, esattamente come chiunque altro, possiede capacità e limiti specifici. Nel momento in cui raggiungiamo il livello avanzato, le nostre attitudini animiche specifiche sono ben note nel mondo dello spirito. E’ per questo che ci vengono dati doveri animici da realizzare sulla Terra commisurati alle nostre capacità. Secondo Newton, esistono infiniti modi di apprendimento capaci di portare ciascuno di noi ad acquisire la pienezza spirituale.

Le anime avanzate

Newton propende a credere che le persone sulla Terra che possiedono anime antiche ed altamente evolute siano scarse. Di solito, queste anime sono vere e proprie guide incarnate. Mentre gestiscono con relativa facilità le questioni esistenziali con cui lotta ancora la maggior parte di noi, queste anime avanzate sono più interessate ad apportare piccole rifiniture a compiti specifici di grande valore spirituale.
Quando appaiono come figure pubbliche sono facilmente riconoscibili (si pensi a Madre Teresa); tuttavia, è più usuale che un’anima avanzata assolva il proprio compito in maniera tranquilla e discreta. Senza mostrare alcuna auto-indulgenza, la loro realizzazione consiste nel migliorare la vita di altre persone. Di solito, si concentrano meno sulle questioni istituzionali e più sul miglioramento dei valori umani a livello individuale.
La caratteristica peculiare di un’anima avanzata è la pazienza che dimostra nei confronti della società, insieme ad una straordinaria abilità nell’affrontare ciò che le accade nella vita. Caratteristiche dominanti di queste anime avanzate sono un eccezionale intuito e una straordinaria capacità introspettiva. Questo non vuol dire che la vita non abbia insidie karmiche per loro, perché altrimenti non sarebbero qui. Possono essere trovate in tutte le sfere della società, ma per lo più ricoprono ruoli professionali di aiuto o sono in qualche modo impegnate a combattere le ingiustizie sociali. L’anima avanzata irradia compostezza, gentilezza e comprensione verso gli altri. Non essendo motivata da un interesse personale, può non prendere in giusta considerazione i propri bisogni fisici e vivere in condizioni a volte molto modeste.

Il ritorno sulla Terra

Ritorno sulla TerraPrima o poi arriva il momento in cui l’anima deve nuovamente lasciare il santuario del mondo spirituale per imbarcarsi in un altro viaggio sulla Terra. Non si tratta di una decisione facile. Le anime devono prepararsi a lasciare un mondo di saggezza totale dove vivono in uno stato di beatitudine e di libertà per occuparsi delle esigenze fisiche e mentali di un corpo fisico. Una volta tornati nel mondo spirituale, le anime hanno dubbi quando si tratta di lasciare anche solo temporaneamente un mondo di auto-consapevolezza, unione reciproca e compassione per ritornare su un pianeta dominato dall’incertezza e dalla paura a causa di esseri (umani) aggressivi e competitivi. Pur avendo una famiglia e amici terreni, molte anime incarnate si sentono sole e anonime quando si ritrovano all’interno di una popolazione terrena così vasta.
Il recupero energetico dopo un’incarnazione e il ristabilimento dell’equilibrio personale nel piano animico può richiedere più tempo per alcune anime rispetto ad altre, ma alla fine tutte le anime trovano lo stimolo a continuare il ciclo di incarnazioni (che deve essere necessariamente completato una volta iniziato). Se è vero che il nostro ambiente spirituale è difficile da lasciare, è anche vero che come anime disincarnate tendiamo a ricordare i piaceri fisici della vita sulla Terra con nostalgia e affetto.
Quando le ferite di una vita passata vengono guarite e siamo di nuovo completamente in armonia con noi stessi, sentiamo la spinta ad esprimere la nostra identità anche attraverso un corpo fisico. Gli incontri con le nostre guide animiche e con i membri del nostro gruppo di appartenenza ci hanno fornito quell’aiuto spirituale che ora ci permette di essere pronti per la nostra prossima vita. Il nostro karma relativo alle azioni passate verso l’umanità, i nostri errori e successi sono stati valutati secondo un’ottica futura che vuole aiutarci a volgere al meglio i nostri sforzi terreni. L’anima deve ora assimilare tutte queste informazioni e agire intenzionalmente sulla base di tre questioni principali:
(1) Sono pronto per una nuova vita fisica? (2) A quali lezioni specifiche devo sottopormi per far avanzare il mio livello di apprendimento e per evolvermi? (3) Dove devo andare e chi devo essere nella mia prossima vita per avere le migliori opportunità di crescita e di realizzazione dei miei obiettivi?
Una volta che l’anima ha deciso di tornare ad incarnarsi, la fase successiva consiste nell’avere indicazioni sul quando e dove. Le anime, infatti, considerano quando e dove vogliono andare sulla Terra prima di decidere chi saranno nella loro nuova vita. Newton spiega che molti soggetti hanno difficoltà a descrivere il luogo in cui viene selezionata la vita successiva e che quasi tutti tendono ad usare delle metafore. Molti si riferiscono a questo luogo come a un cinema che permette alle anime di vedere se stesse nel futuro, con ruoli diversi in contesti diversi.
In questo luogo di selezione, le nostre anime visionano in anteprima molteplici scelte. Quando lasciamo questa zona, la maggior parte delle anime ha già una propensione verso una scelta piuttosto che un’altra. Tuttavia, i nostri consiglieri spirituali ci danno la possibilità di riflettere a lungo su tutto quello che abbiamo visto del nostro futuro prima di prendere la decisione definitiva.
Dopo che le anime hanno completato le consultazioni con le loro guide e con i membri del proprio gruppo a proposito delle diverse implicazioni fisiche e psicologiche legate a una particolare scelta, la decisione di incarnarsi viene presa. Sarebbe logico supporre che la partenza per la Terra sia immediata: in realtà questo non avviene prima che si sia verificata un’altra importante fase di preparazione. Il luogo in cui le anime si recano per accedere a questa fase finale viene chiamata da Newton “classe di riesame”. Uno delle ultime richieste prima di imbarcarsi per la Terra è, infatti, quella di presentarsi al Consiglio degli Anziani per la seconda volta. Il mondo spirituale è un luogo governato dall’ordine e gli Anziani vogliono rafforzare la consapevolezza di un’anima in riferimento ai compiti spirituali dell’incarnazione che si sta per intraprendere. Dopo questo incontro, alcune anime ritornano al gruppo di appartenenza per salutare i compagni, mentre altri preferiscono partire immediatamente per l’incarnazione terrena. Questa è l’ultima possibilità che viene data alle anime di godere della totale consapevolezza della propria vera essenza prima di adattarsi a un nuovo corpo e a una nuova “avventura” terrena.
Alessia Giovannini 2008-2010 (titolo originale: Misteri: la vita dopo la morte)

sabato 5 settembre 2015

Io sono africano



Io sono un africano
non perché sono nero.
ma perché il mio cuore si riscalda
e le lacrime scorrono sul mio viso
quando penso all'africa.

Io sono un africano,
non perché io vivo qui,
ma perché il sole africano
illumina i miei sentieri.
perché l'aria che respiro
è da queste montagne maestose.

Quell'aria mi ha nutrito
e mi ha fatto crescere.

Io sono un africano,
non perché io parlo
swahili, shona, zulu e xhosa.
ma perché il mio cuore è
a forma di punto interrogativo,
proprio come l'africa.

Io sono un africano,
non perché sono nero,
ma perché il mio cordone ombelicale
è sepolto sotto le maestose
montagne dell' Africa.

Siyabonga a Nxumalo


sabato 22 agosto 2015

Di notte







Spesso mi capita
in sogno di rivedere
il tuo sorriso ,
sento le tue mani
tenere  e una luce
mi guida su stelle
 lontane.
Come un naufrago
navigo su una zattera
 in balia di un mare
 in tempesta…
e sento il vento
che mi circonda ,
mi cinge, mi avvolge,
chiude le sue braccia,
 sento  il tuo amore.

(Angela)

mercoledì 15 luglio 2015

MARIO ANDRADE



“Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.
Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente…
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego.
Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli.
Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli.
Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta…
Senza troppe caramelle nella confezione…
Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana.
Che sappia sorridere dei propri errori.
Che non si gonfi di vittorie.
Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo.
Che non sfugga alle proprie responsabilità.
Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.
L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone…
Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima.
Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.
Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono…
Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai…”
MARIO ANDRADE – Poeta, romanziere, saggista e musicologo brasiliano

domenica 12 luglio 2015

Ondeggiano



Ondeggiano i rami
sotto il peso dell'afa...
una cella opprimente
che rinchiude i respiri
abbandonati nell'aria.
Nel paesaggio assolato
la vita sembra abdicare
l'energia ad una sensazione
confusa di solitudine...
ineluttabile,un intermezzo
sonnolento di smarrimento
della coscienza, uno spazio
enorme, diventato stretto.
La stanchezza è profonda,
come notte senza sonno.
Angela

venerdì 3 luglio 2015

Alda Merini


Il mio animo era rimasto semplice, pulito,
sempre in attesa che qualche cosa di bello
si configurasse al mio orizzonte.


Alda Merini

lunedì 29 giugno 2015

A Eloy Sánchez Rosillo.




È bella questa notte d’estate,
anche se non più bella
di una qualsiasi altra notte d’estate.
È bella questa notte in cui sono solo,
e fumo, e ho lasciato
in penombra la casa mentre suona
dolce e triste un blues,
un blues triste e dolce come tanti altri.
Nulla in me, né nella notte, né nella musica,
si direbbe speciale, eppure
c’è qualcosa di molto profondo nelle cose
che sembrano semplici:
una sconosciuta grandezza che non riesce
ad essere esaltazione, tragedia, pace,
ma che è tutto questo, ed è anche
un sentire nettamente
che affinché ciò succedesse è stato necessario
lasciare scorrere questi anni, accumulare ricordi,
avere ottenuto
e avere perso tante cose.
Perché questo piano suoni così,
per tremare così con questa musica,
è stato necessario
riempirla a poco a poco
di bellezza e di dolore, riempirla
con la nostra stessa vita, perché assomigli
alla nostra stessa vita, e suoni in questo modo:
così insignificante
e così grande, così triste, così bella.
§ Vicente Gallego, "Modi di ascoltare un blues". §

lunedì 22 giugno 2015

La dimora




C’è
un universo
nella mia dimora
liberato
dal male
di una umanità
in frantumi.
E’ lì
che inseguo
le stelle
per non cadere
in fondo
al silenzio
della mia anima.
E’ lì
che non dissipo
con le rinunce
tutti
i miei sogni.
E’ lì
che ritrovo
limpido il cielo
come acqua.
Domani
sui vetri troverò
i fiori di brina.
(Angela)

sabato 20 giugno 2015

Amo te


Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne
amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.

NAZIM HIKMET

lunedì 15 giugno 2015

Benedizione gaelica


Che tu possa avere dei muri per il vento,
un tetto per la pioggia,
una tazza di the davanti al fuoco,
risate per rallegrarti, quelli che ami accanto,
e tutto ciò che il tuo cuore desidera

giovedì 14 maggio 2015

LA MIA LUNGA STRADA VERSO IL PERDONO

Infinito

Perdonare? Ma come faccio? In testa mi gira la frase di Primo Levi: “si muore per un sì e per un no!”. Mi sento in colpa perché sono sopravvissuta! Mi guardo in giro e vedo solo morte e sofferenza. Qualcuno mi chiede aiuto: “ti prego, dammi un po’ acqua!”. Mi faccio coraggio, mi alzo e inizio ad aiutare. Mi guardo intorno e mi rendo conto del numero dei morti e della quantità di sangue che scorre; mi gira la testa e mi devo sedere.
No, non può essere vero! Invece sì, sto vivendo un incubo… reale.
Quelle ore passate nel parcheggio dell’ultimo piano del Centro Commerciale Westgate, a Nairobi, sono state le più drammatiche della mia vita. Forse, in altri post, riuscirò a scrivere di più su come ho trascorso quei momenti.
Adesso, mi preme raccontare come, alla fine, sia riuscita a scegliere la strada del perdono, un lungo percorso con alti e bassi, ma che alla fine porta alla pace interiore: ne sono convinta.
Forse, non posso dire d’aver raggiunto la pace interiore, ma sicuramente posso dire di essere in pace.
L’odio e il risentimento sono pesanti da portare sulle spalle e io ho una missione più grande: vivere. Gustare la vita nella sua dolcezza e nella sua amarezza. Accettare, perdonare e andare avanti. Non voglio trasmettere odio e sentimenti di vendetta alle generazioni future: voglio insegnare alle mie figlie il perdono e il rispetto per la vita e la dignità umana.
Ho scelto di parlare del mio dolore pubblicamente, anche perché noi Somali tendiamo sovente a non parlare di queste cose. “È destino, doveva andare così! “Vai avanti e sii forte”, ti ripetono. Sono forte e vado avanti, ma penso che raccontare la propria sofferenza e, soprattutto, che cosa questa esperienza dolorosa mi ha insegnato, sia un grosso dovere, oltre che un segno di coraggio.
Non mi lamento, ma voglio condividere, compartecipare.
Penso che condividere il proprio dolore, cosa che accomuna molti somali, possa essere una strada importante per riconciliazione. Sì, perché noi somali, anche se non vogliamo riconoscerlo, conserviamo purtroppo tutti profonde sofferenze in comune: in questi anni, ciascuno di noi ha visto morire i propri cari e la guerra ci ha lasciato ferite fisiche ed emotive difficili da rimarginare.
È il momento di condividere, parlare e perdonarsi. Spezziamo la catena della vendetta e del risentimento, di cui siamo stati, per troppi anni, prigionieri. È il momento di cominciare a camminare insieme verso la liberazione più profonda, quella dell’anima.
Mariam Yassin