martedì 30 aprile 2013

IL TEMPO


                                                      Scorre il tempo
                                    come le note
                                    di una melodia,
                                    nell'aria traccia
                                    una scia, su cui
                                    vanno i miei passi,
                                    tessono giorni,
                                    uno dopo l'altro,
                                    come pietre preziose
                                    di una collana
                                     e chiuderà
                                     la mia esistenza
                                     in una culla creata
                                     dall'amore.
                                       (Angela)

giovedì 25 aprile 2013

Dal libro “Il Significato dell’Esistenza”

Ogni bambino nasce felice.
Ogni bambino nasce innocente e meraviglioso.
Ma poi accade qualcosa e tutti quei bambini meravigliosi si perdono; la loro innocenza viene distrutta. Tutta la loro felicità si trasforma in disperazione..Osserva un bambino che raccoglie conchiglie sulla spiaggia: è più felice dell’uomo più ricco del mondo. Qual è il suo segreto? Quel segreto è anche il mio. Il bambino vive nel momento presente, si gode il sole, l’aria salmastra della spiaggia, la meravigliosa distesa di sabbia. E’ qui e ora. Non pensa al passato, non pensa al futuro. E qualsiasi cosa fa, lo fa con totalità, intensamente; ne è così assorbito da scordare ogni altra cosa. Il segreto della felicità è tutto qui: qualsiasi cosa fai non permettere al passato di distrarre la mente e non permettere al futuro di disturbarti. Perché il passato non esiste più e il futuro non esiste ancora. Vivere nei ricordi, vivere nell’immaginazione significa vivere una vita non esistenziale; e vivendo fuori dall’esistenza ti sfugge cosa l’esistenza è. Sarai inevitabilmente infelice, perché per tutta la vita ti lascerai sfuggire la vita stessa. Perdi un’occasione dopo l’altra, ma la vita non ti dà due istanti contemporaneamente: te ne dà solo uno alla volta! E quell’istante può essere vissuto oppure ce lo si può lasciare sfuggire.
(parte conclusiva dell’intervista di Enzo Biagi a Osho)

mercoledì 24 aprile 2013

Quando invece due persone si riconoscono reciprocamente






Quando invece due persone si riconoscono reciprocamente, non c’è vulcano che erompa con maggiore passione. L’energia liberata è enorme. Il riconoscimento può essere immediato. Si avverte un’improvvisa sensazione di familiarità, di conoscere già questa pers...ona appena incontrata, ben oltre i limiti cui arriva la mente consapevole. Di conoscerla così profondamente come di solito accade solo con i più intimi membri della famiglia. O anche di più. E di sapere già cosa dire, e come l’altro reagirà. Nasce quindi un senso di sicurezza, e una fiducia ben più grande di quella che si potrebbe pensare di raggiungere in un solo giorno, in una settimana, in un mese. Il riconoscimento dell’anima può essere un processo sottile e lento. All’inizio, magari solo un albore di consapevolezza nel momento in cui il velo viene delicatamente sollevato. Non tutti sono pronti ad accogliere subito la rivelazione. C’è una progressione da rispettare, e può darsi che si renda necessaria, da parte di chi lo comprende per primo, una certa pazienza. A farti capire che ti trovi di fronte a un tuo compagno d’anima può essere uno sguardo, un sogno, un ricordo, un sentimento. E tale risveglio può avvenire anche attraverso un tocco delle mani di lui, o il bacio delle labbra di lei, e la tua anima balza di nuovo alla vita. Il tocco che desta può essere quello del tuo bambino, di un tuo genitore, di un fratello, o quello di un amico vero. Oppure può essere quello del tuo diletto, che arriva a te attraverso i secoli, per baciarti ancora una volta, e per ricordarti che siete sempre insieme, fino alla fine dei tempi. Brian Weiss

sabato 20 aprile 2013

SCRIVENDOLE SCRIVENDOLE

SCRIVENDOLE SCRIVENDOLE!!!!
Le parole non hanno occhi né gambe,
non hanno bocca né braccia,
non hanno visceri
e spesso nemmeno cuore,
o ne hanno assai poco.
Non puoi chiedere alle parole
di accenderti una sigaretta
ma possono renderti più piacevole il vino.
E certo non puoi costringere le parole
a fare qualcosa che non voglion fare.
non puoi sovraccaricarle
e non puoi svegliarle quando decidono di dormire.
Qualche volta gli scrittori
si uccidono
quando le parole li lasciano.
Altri scrittori
fingeranno di averle ancora
in pugno
anche se le loro parole
sono già morte e sepolte.
Le parole sono
uno dei più grandi
miracoli al mondo,
possono illuminare
o distruggere menti,
nazioni,
culture.
Le parole sono belle
e pericolose.
Se vengono a trovarti,
te ne accorgerai
e ti sentirai
il più fortunato
della terra. Nient'altro avrà più
importanza
e tutto sembrerà importante.
Ti sentirai
il dio sole,
riderai del tempo che fugge,
ce l'avrai fatta,
lo sentirai
dalle dita
fino alle budella,
e sarai diventato,
finché
dura,
un fottutissimo scrittore
che rende possibile
l'impossibile,
scrivendo parole,
scrivendole,
scrivendole.

(Charles Bukowski)

venerdì 19 aprile 2013

Introspezione

Scava dentro. Dentro è la fonte del bene, che sempre ha il potere di sgorgare, a condizione che tu sempre scavi. (Marco Aurelio)

giovedì 18 aprile 2013

Abbi fiducia

"Abbi fiducia, non occorre lottare: siamo tutti parte della totalità. Sorgiamo come onde sull’oceano della totalità e di nuovo ci dissolviamo in quell’oceano. Per un istante godiamo la luce del sole e il vento e poi scompariamo. Ci ergiamo nella bellezza, nella gioia e nella danza e danzando ci dissolviamo nella bellezza e nella gioia. Vivi con gioia infinita e con gioia infinita muori. A questo ti invito a gran voce, ma tu devi uscire alla luce del sole, devi farti coraggio e uscire dalla oscura caverna del tempo, delle vecchie abitudini, uscire dal tuo lungo, lungo, lungo sonno. E quando ti sei svegliato la vita è una danza, un canto, beatitudine, benedizione. E’ tempo che tu smetta di cercare fuori di te tutto quello che a tuo avviso potrebbe renderti felice. Guarda in te, torna a casa. Cerca la tua scintilla di luce."(web)

mercoledì 17 aprile 2013

Poeti contemporanei



Lontano

Come sono lontane
quelle  case addossate
 l’una all’altra…c’era
un lucernaio in penombra,
le antenne si alzavano
al cielo come fiori,
 le rondini erano petali
trasparenti che volavano
verso il sole.
Mi piaceva socchiudere gli occhi
 riempire il cuore di bianca
 luce di gabbiani e di sogni
che orgogliosa mostravo.
Come sono lontane
 quelle case addossate
l’una  all’altra, in un desiderio
di svanire nel sole!
(Angela)
tratta da questa antologia che puoi trovare on line a questo indirizzo

venerdì 12 aprile 2013

LUCE LUNARE

Nel grembo liquido
d'immensi deserti
s'illumina la terra,
soggiogata dal fascino
della luna,
il chiarore scende giù...
s'inabissa
nei fondali profondi...
miriadi di colori
irrompono in vortici,
correnti risalgono
nello specchio d'acqua
come caleidoscopio...
continua a illuminare
tutto il mistero del mondo,
mi illumino all'incanto
della terra che si addormenta.
(Angela)

Questa poesia è tratta dalla raccolta "Notturno"  

martedì 9 aprile 2013

Il mondo come mi piacerebbe che fosse

Questo documento è ispirato dalla DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI, e deve essere considerato una bozza iniziale su cui riflettere e ragionare.
Chi è interessato può esprimere, su questa pagina, dubbi, domande e osservazioni


DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI
Articolo 3. Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Se vogliamo garantire a chiunque il diritto di vivere, di esprimersi liberamente e in totale tranquillità e sicurezza, la comunità deve essere collegata da una rete di relazioni interdipendenti, basata su tre principi: equanimità, libertà, sicurezza, dove l’accesso al mondo del lavoro è un diritto fondamentale assicurato e acquisito nei fatti. Allo stesso tempo, si dovrà garantire a chiunque, senza distinzione alcuna, un “reddito minimo” di sopravvivenza.

Equanimità.
Dal punto di vista economico, equanimità, significa regolare il mondo del lavoro in modo che l’interesse del singolo sia strettamente connesso all’interesse di tutti, creando una relazione chiara, precisa e trasparente tra pubblico e privato. Un sistema dove lo stato, deve essere, finalmente, inteso come “comunità” al servizio del singolo e non un nemico contro cui combattere o da temere.

Una delle prime cose da realizzare è l’equità fiscale. Il mondo fiscale è un vero “mostro”, un mostro di burocrazia e complicazioni al limite dell’inverosimile, un mostro “stupido” che arriva persino a divorare se stesso. Basta pensare ai costi immensi che tale sistema consuma per mantenersi.
E se fosse possibile smantellare tutto questo riducendolo ad una cosa semplice? Una tassa unica, un’unica aliquota, semplice, chiara e ineludibile? Un sogno? Eppure credo di poter dimostrare che è possibile.

Ecco come:
Tutte le aziende, di qualunque tipo, corrisponderanno allo stato una percentuale degli utili (cosa che comunque già avviene con il pagamento attuale delle tasse) ma si tratterebbe di una voce unica.
Questa percentuale, che possiamo definire “Mc” margine di compensazione, verrà definita anno per anno, in modo tale da garantire il pareggio del bilancio statale. Un unico prelievo in grado di coprire tutte le spese dello stato, e di abolire, sostituendole, qualsiasi altra imposta, sia diretta che indiretta. Pertanto qualsiasi compenso ai lavoratori sarà sempre netto, e non ci sarà più alcuna necessita di presentare dichiarazioni di redditi di tipo personale.
(Alleluia ! )

Va sottolineato che, non essendo previsti contributi, né a caricato dell’azienda né a carico dei dipendenti, tale risparmio crea un notevole aumento degli utili, utili che vanno direttamente nelle casse dello stato, senza costose e dispersive giravolte, con un risparmio enorme. Si possono, in questo modo, abolire una quantità notevole di uffici pubblici amministrativi, (INPS, uffici del registro, e chissà quant’altro), riducendo tutto ad un unico organismo che si occuperà di gestire sia le entrate che le uscite.

Gli utili rimanenti verranno suddivisi dai lavoratori nelle percentuali che ogni azienda determina liberamente, in modo autonomo e diretto, rispettando tuttavia dei parametri stabiliti a livello nazionale.
Tali parametri dovranno definire uno “spread” sociale, che regoli la differenza tra uno stipendio minimo e uno massimo, in un rapporto stabile, (ad esempio 1/10).
Lo stipendio minimo sarà ovviamente superiore al “reddito minimo”, garantito a chiunque, a prescindere da qualsiasi condizione.

In questo modo l’interesse del singolo è effettivamente connesso all’interesse di tutti.
Risulta, infatti, evidente che chi ha maggiori capacità riceverà naturalmente un compenso maggiore; è nell’ interesse di tutti i dipendenti di un azienda avere al loro interno persone capaci in grado di favorire un alto reddito, giacché più alti sono gli utili prodotti dall’azienda, più alti sono tutti gli stipendi.
Le aziende sono, e rimangono, in concorrenza tra loro, a tutti i livelli, e una persona con notevoli capacità sarà fortemente richiesta e incentivata. Allo stesso modo anche lavori poco graditi, che in una società dove il lavoro è un diritto reale e concreto, non possono essere imposti, saranno incentivati con un maggiore compenso.

Lo “spread” sociale sarà obbligatorio per tutte le aziende quotate in borsa, tuttavia non può essere imposto alle aziende private, altrimenti andrebbe contro al secondo principio, il principio di libertà.

Al fine di generare un maggiore equilibrio tra pubblico e privato, solidarietà e concorrenza, si dovrà incentivare il sorgere di aziende particolari, che possiamo definire “SpS” (società a partecipazione sociale) e che porteranno nel mondo del lavoro una vera rivoluzione.
Lo stato, metterà a disposizione i capitali necessari, procurandoli tramite l’emissione di “titoli”. (Questi titoli potrebbero avere un rendimento minimo garantito, e un incremento legato al bilancio finale dell’azienda). La caratteristica di queste aziende è che appartengono alla comunità e il loro successo, o insuccesso, sarà condiviso da chi ci lavora in primo luogo, ma da tutta la comunità nel suo insieme.
Queste aziende potrebbero ottenere un enorme successo nel campo delle piccole e medie imprese e nell’artigianato. E costituire una grande risorsa per coloro che hanno ottime idee, capacità, creatività e fantasia, ma mancano dei capitali per realizzarle, in modo particolare i giovani. Inoltre sarebbero una opportunità notevole per chi vuole investire senza rischi, dando allo stesso tempo una valenza etica ai propri risparmi.

Libertà.
Il principio di libertà non nega a nessuno il diritto di aprire una società con capitali propri, né, tanto meno, obbliga le società esistenti a chiudere. Società private possono, in un certo senso, essere utili perché incentivano la concorrenza. Tuttavia, lo stato delle cose renderà, nel tempo, molto probabilmente, questo tipo di società obsolete.
Lo stato potrà acquisire aziende private liquidandole in contanti, o trasformando il valore attribuito all’azienda, in titoli di stato.

Coloro che, per scelta o necessità, svolgono una attività in proprio; liberi professionisti, piccoli artigiani, artisti, sportivi, potrebbero seguire regole tali da essere fondamentalmente in linea con chi lavora in un ambito collegiale. Potrebbero avere una contabilità estremamente semplificata, dove gli utili vengono suddivisi con lo stato (la collettività) in base al margine di compensazione “Mc” con gli stessi criteri delle SpS e il guadagno netto non potrà in ogni caso superare il limite massimo fissato dallo spread sociale. Mi pare, tra l’altro, evidente che in un simile regime sarebbe molto difficile per un artigiano o un professionista lavorare in nero, anche perché in un simile ordinamento è probabile un cambiamento culturale tale da porre il reato di evasione fiscale ad un alto livello di “vergogna” e depravazione. Ben lontano dal livello di “furbizia” in cui siamo abituati.

E’ possibile derogare alla regola dello stipendio massimo, in casi articolari, istituendo premi speciali (vedi premio Nobel) da destinare a persone (o istituti) veramente speciali, la cui opera, e il cui ingegno apporti grandi benefici alla comunità.

Sicurezza.
Se immaginiamo un mondo, o anche un solo stato, impostato su queste basi, potremo facilmente immaginare servizi pubblici di ogni tipo: sanità, scuola, trasporti... assolutamente e totalmente gratuiti. E possiamo facilmente comprendere che la gestione di tali servizi sarebbe notevolmente più semplice e molto meno costosa in quanto avremmo un mondo, non solo, senza carte bollate, senza francobolli, senza biglietti vari, senza ticket sanitari e senza code agli sportelli, ma anche senza sportelli. E questo può essere esteso gradualmente ad un numero sempre più crescente di servizi; pensiamo ad esempio alla cultura e allo sport, senza mettere limiti alla fantasia e alla creatività.

Credo sia facile ipotizzare che, organizzata in questo modo, una nazione avrebbe dei costi di gestione molto bassi e in conseguenza sarebbe fortemente competitiva rispetto alle altre, incentivando l'emulazione.
Inoltre, non è difficile prevedere che una migliore distribuzione del reddito, l’eliminazione di situazioni insostenibili e la sicurezza, innalzerebbero notevolmente la qualità della vita, in tutti i suoi aspetti.
Anche l’orario di lavoro potrebbe essere “variabile”. Chiunque potrebbe avere la possibilità di scegliere tra un maggior guadagno in termini economici o una maggiore disponibilità di tempo.

Da un punto di vista pratico il primo risultato è la semplificazione; si può ipotizzare la pressoché totale eliminazione della burocrazia, con un ritorno incalcolabile, e non solo dal punto di vista economico.
Un mondo senza burocrazia: un sogno meraviglioso che può diventare realtà. Molti uffici possono confluire in un unico organismo. Un unico ufficio, può facilmente gestire le entrate; un'unica tassa, ( Mc ). E nello stesso tempo può gestire anche tutte le uscite: sanità, scuola, trasporti, pensioni, amministrazione pubblica di ogni tipo.

Ma, il punto essenziale di questo programma è l'equilibrio:
Agendo su alcuni parametri variabili, si possono creare, agevolmente, condizioni tali da garantire l'equanimità, la sicurezza e la libertà, a tutti indistintamente.(Valdo Immovili)

venerdì 5 aprile 2013

Dance to the end of love

“Guidami danzando alla tua bellezza
col suono di un violino che brucia
conducimi danzando oltre il panico
fin dove starò al sicuro
sollevami come un ramo d’ulivo
e sii la colomba che mi riporta a casa
guidami danzando fino in fondo all’amore

Oh lascia che io veda la tua bellezza
quando non ci sono più testimoni
fammi sentire come ti muovi all’uso di Babilonia
lentamente mostrami ciò di cui solo io conosco i confini
guidami danzando fino in fondo all’amore
guidami danzando fino in fondo all’amore

Guidami ora danzando alle nozze
guidami danzando e non fermarti
guidami danzando con dolcezza e danza a lungo
stiamo entrambi sotto al nostro amore
ne stiamo entrambi sopra
guidami danzando fino in fondo all’amore
guidami danzando fino in fondo all’amore

Portami danzando ai bambini
che chiedono di nascere
guidami danzando oltre il velo
che i nostri baci hanno consumato
poni una tenda a rifugio ora
anche se ogni filo è strappato
guidami danzando fino in fondo all’amore

Guidami danzando alla tua bellezza
col suono di un violino che arde
conducimi danzando oltre il panico
fin dove starò al sicuro
toccami con le nude mani
o col guanto che le ricopre
guidami danzando fino in fondo all’amore
guidami danzando fino in fondo all’amore”.