martedì 28 maggio 2013

LA PARABOLA DELL’UOMO (CHE RIMASE ) DIMEZZATO




C’era una volta una classe in cui gli studenti  contestavano il loro insegnante: perché avrebbero dovuto essere interessati all’indipendenza, ai problemi globali e a cosa gli altri  nel mondo stavano sentendo e facendo?
L’insegnante allora disse di aver avuto un sogno in cui aveva visto uno dei suoi studenti cinquanta anni dopo. Lo studente era arrabbiato e diceva:- Perché ho imparato così tanti dettagli sul passato e l’amministrazione del mio paese e così poco sul mondo?
Era arrabbiato perché nessuno gli aveva detto che da adulto avrebbe dovuto fronteggiare quotidianamente problemi di natura interdipendente, fossero essi problemi di pace, sicurezza, qualità della vita, cibo, inflazione o scarsità delle risorse naturali. Lo studente adirato  trovò che egli era sia la vittima sia il beneficiario.- Perché non sono  stato avvisato? Perché non sono stato educato meglio? Perché i miei insegnanti non mi hanno detto niente su questi problemi e non mi hanno aiutato a capire che sono membro di una razza umana interdipendente?-
Con una rabbia maggiore lo studente gridò:- Mi avete aiutato ad espandere le mie mani con macchine incredibili, i miei occhi con telescopi e microscopi, le mie orecchie con telefonini, radio e sonar, il mio cervello con i computers,  ma non mi avete aiutato ad espandere il mio cuore, il mio amore, il mio interessamento all’intera famiglia umana. Tu ,insegnante, mi hai dato solo mezza pagnotta!-
Juan Rye Kinghorn

lunedì 27 maggio 2013

QUALE FUTURO?




Leggendo i diversi articoli che popolano il web, non si può fare a meno di compiere un'operazione di classificazione. Ci sono da una parte gli ottimisti del futuro e gli apocalittici. Ci sono i futurologi che pensano il futuro in uno schema d'innovazione nella continuità, altri invece rilevano la minaccia di catastrofi di vario genere.
Se ampliamo questa prospettiva, potremmo individuare sette pericoli che minacciano l’umanità e che sono visibili sotto i nostri occhi.
-Pericolo nucleare- Fino ad oggi ci ha fatto paura ed è il pericolo che porterebbe a effetti devastanti immediati, ma l’uomo si sta abituando a conviverci pur sapendo che si sta andando verso l’estinzione della specie.
-Pericolo ecologico- E’ il problema maggiormente in primo piano, tutti lo avvertono come una possibilità reale di autodistruzione ma non si cambia rotta o quantomeno i provvedimenti presi finora sono lenti e limitati.
-Pericolo demografico- In breve tempo sfiorerà gli otto miliardi di persone, anche se si controllano drasticamente le nascite, ma c’è uno squilibrio preoccupante fra nord e sud del mondo.
-Pericolo economico-Dalla Banca Mondiale si hanno cifre sempre più catastrofiche sui debiti dei paesi, soprattutto quelli del sud, ma non è una questione di debito, è il sistema capitalistico e il modello di sviluppo dell’Occidente che sembra senza prospettive e non è applicabile su tutto il pianeta.
-Pericolo etnico- Sono in molti chi richiama l’attenzione sul rischio di un etnocidio perché l’estinzione di minoranze costituisce una vera minaccia per l’umanità.
-Pericolo biogenetico- E’ ancora poco avvertito, ma come si fa a non capire che la tecnica applicata alla genetica apre delle strade ambigue e drammatiche?
-Pericolo migratorio-Siamo al fatto del giorno, il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza. I flussi migratori sono destinati a crescere perché il mondo è destinato a divenire multietnico, ma non si possono chiudere le frontiere, anche se è la soluzione invocata dalla maggioranza degli uomini che non vogliono trasformare la presenza degli “altri” in una possibilità di crescita per tutti.

La responsabilità di questi pericoli individuati è chiaramente del Nord e mi sorge spontanea una domanda:
-Fino a che punto è giusto che quattro miliardi di persone (terzo e quarto mondo) subiscano gli effetti devastanti di un modello di sviluppo volto e alimentato solo da un miliardo di persone che vivono nei paesi industrializzati del Nord?
E’ questo il nodo decisivo da sciogliere per progettare un futuro in termini di giustizia, di democrazia e di diritto. Partiamo però dal presupposto: ognuno è responsabile di tutto., per dire come diceva Levinas, io più di tutti.(Angela)

sabato 18 maggio 2013

Scegliere il 5 per mille

Erano le nove stamattina quando sono arrivata con Cecilia, la mia amica di piscina, in piazza Ferrarese a Bari. Tutta la piazza era stata allestita con tanti stand dal Circolo DIDATTICO IAPIGIA I (questo è il quarto anno) per autofinanziarsi e vengono invitate anche alcune Associazioni di volontariato che lavorano sul territorio: RACE for Cure, ADMO, UNICEF, LA CULLA DI SPAGO. 
Ho accettato volentieri questo invito, non solo per aiutare, ma anche per respirare un pò di quell'aria di solidarietà che si ritrova nel volontariato. Le altre associazioni sono più conosciute ed io voglio parlarvi della Culla di spago e di tutte le attività che svolge.
E' accreditata presso l'Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari con cui ha una convenzione a norma della legge 266 del 1991.Con statuto si è data come finalità la tutela dei bambini maltrattati e svantaggiati e la difesa dei loro diritti.Primi fra tutti quello alla salute, al gioco e all'istruzione, quali fattori di armonico sviluppo dell'età evolutiva.
L'affermazione dei diritti del malato ha riproposto anche il problema dei bambini in Ospedale e questi diritti rappresentano una problematica con la quale un reparto pediatrico debba confrontarsi per un più equlibrato modello assistenziale, rispettoso delle qualità di vita del bambino ricoverato.
Per realizzare questo impegno all'interno della Clinica, l'Associazione:
-ha allestito e gestisce una ludoteca
-organizza spettacoli, feste, trattenimenti in occasione di ricorrenze
-partecipa con un conributo economico alle spese di trasferimento dei bambini presso strutture ospedaliere attrezzate per il midollo osseo e cellule staminali
-offre la mediazione tra le scuole di appartenenenza dei bambini ricoverati per facilitare l'attuazione dell'insegnamento domiciliare
-ha un suo rappresentante nel Coordinamento delle Associazioni di volontariato all'interno del Policlinico
Accanto a questo impegno prioritario,l'Associazione:
-assegna periodicamente il Premio di studio "La culla di spago" ad un giovane medico che voglia perfezionarsi nelle problematiche della onco-ematologia pediatrica
-organizza corsi di formazione e aggiornamento e laboratori a cui partecipano i soci e quanti sono interessati
-sponsorizza le iniziative scientifiche(convegni, giornate di studio ecc)
-dialoga con i servizi sociali del Policlinico
-promuove iniziative volte a raccogliere fondi per l'attività dell'Associazione.
Mi sembra che ci siano dei buoni motivi per decidere di donare quet'anno il tuo 5 per mille a questa Associazione. Io l'ho fatto ...il numero è il seguente:

                                                    5 x 1000
                                                 n.93187640722

Per qualsiasi altro contributo :BANCA POPOLARE DI PUGLIA E BASILICATA C/C 4490310/1 ABI 5385-0 CAB 04000 IBAN: IT63V0538504000000004490310
CONTO CORRENTE POSTALE N.82246885

venerdì 17 maggio 2013

Per un amore

E’ stata la solitudine,
a farti nascere,
nel desiderio sei cresciuto,
ti ho cullato,
ho accarezzato le tue mani
il tuo volto, i tuoi occhi,
mi sono sentita viva
attraverso la tua linfa,
tu in me ed io in te.
Sei, amore,il sogno
sei la mia solitudine,
sei il velo sui sorrisi,
sei la tenera rugiada
che mi risveglia
da anni di malinconia.
(Angela)

mercoledì 15 maggio 2013

RIME D'ACQUA

Ho ammainato le vele

 scrivo rime d’acqua per te.

La cetra suona melodie

azzurre di stelle.

Si riposa l’anima

su giacigli di foglie.

Il sole si spegne, appare

 limpida la luna seduta

in cima ad un tetto.

Vola il pensiero…si fa

carezza sul tuo viso
(Angela)

Poesia tratta dall’antalogia" Poeti contemporanei "
edita dalla Casa Editrice Pagine
 

martedì 14 maggio 2013

Canzone del ragazzo dai sette cuori (F.G.Lorca)

Possiedo
sette cuori.
Ma il mio non l'incontro.
In cima al monte, madre
io e il vento ci siamo scontrati.
Sette ragazze dalle mani lunghe
mi portarono sui loro specchi.
Ho cantato per il mondo
con la mia bocca dai sette petali.
Le mie galere d'amaranto
procedevano senza sartie né remi.
Ho vissuto i paesaggi
d'altre genti. I miei segreti
intorno alla mia gola,
senz' accorgermene, parevan aperti.
In cima al monte, madre
(il mio cuore sopra gli echi,
nella custodia d'una stella),
ci siamo scontrati io e il vento.
Possiedo
sette cuori.
Ma il mio non lo trovo!

Federico Garcia Lorca

sabato 11 maggio 2013

Non serbare nulla, spendi

Non serbare nulla, spendi,
sperpera allegrie, gioie,
scambiale con aria azzurra
perché vadano volando,
per il cielo, fanne acqua,
riempi i torrenti del mondo
delle sue schiume sprizzanti,
entra in anime assopite,
e scuotile per le ali,
agita, come di grano,
grandi campi di speranze,
straripa, straripati
d'amare e d'essere amata:
perché
né oggi, né questa notte
il tuo amore finirà,
né a me finirà l'amata.
---
In ogni abbraccio rinasce
un nuovo essere altro abbraccio.
Il bacio che si esaurisce
ne chiede un altro a se stesso,
nel suo gioioso spirare
già sente che matura.

Darmi, darti, darci, darsi!
Non chiudere mai le mani.
Le gioie non finiranno,
e neanche i baci, né gli anni,
se non le chiudi. Non senti
quale ricchezza nel dare?
La vita
noi la vinceremo sempre,
affidandomi, affidandoti.


~Pedro Salinas
uno stralcio di "Non serbare nulla, spendi" da (n. 43 RAGIONI D'AMORE.)

lunedì 6 maggio 2013

LA CONDIVISIONE



La condivisione per sua  definizione è l'utilizzo in comune di una risorsa o di uno spazio, in senso stretto si riferisce all'uso congiunto o alternato di un bene finito o di un'informazione.
 Il tema è strettamente intrecciato alle problematiche economiche e sociali dovute alla  crisi che ha favorito il dibattito  sui temi della condivisione e del solidarismo, intesi come possibili vie per risolvere molti dei problemi del mondo moderno. Sostituendosi alla competizione, all’avidità e all’egoismo, la condivisione e la cooperazione sono considerate le vie d’accesso più importanti alla felicità dei singoli e dei gruppi, essendo in grado di favorire un clima più sereno, grazie al quale può essere apprezzata meglio la bellezza delle relazioni e il rispetto per l’ambiente.
Secondo Raj Patel «Il grave dissesto del settore finanziario ha dimostrato che le più acute menti matematiche del pianeta, con il sostegno con ingenti disponibilità economiche, avevano fabbricato non tanto un motore scattante di eterna prosperità quanto un carrozzone di traffici, swap e speculazioni temerarie che inevitabilmente dovevano cadere a pezzi. A provocare la recessione non è stata una lacuna di conoscenze in campo economico, bensì l’eccesso di un particolare tipo di sapere, un’indigestione di spirito del capitalismo.>>
Al contrario è accaduto che,con la crisi, invece di inventare qualcosa di nuovo e avere il coraggio di voltare pagina, le istituzioni non hanno fatto nulla ed è in questo che s'individua la vera crisi e dalla quale bisognerebbe ripartire per ripensare il passato e mettere in discussione il rapporto che gli uomini hanno fra loro e con il mondo.
Bisognerebbe  individuare nella condivisione un nuovo atteggiamento possibile per fare fronte a una crisi che non è solo economica o pertinente al mondo finanziario, ma che coinvolge direttamente il sistema dei valori etici.
 La “crescita economica”  non produce più benessere né migliora la qualità della vita degli individui, i quali si orienterebbero sempre di più verso una cultura del dono , un orientamento che segna una grande presa di distanza dal feticismo dell’oggetto, arrivando a considerare possibile il vivere una vita più soddisfacente e ricca di emozioni positive a partire da nuove categorie di pensiero con le quali interpretare le relazioni interpersonali e la vita sociale. La condivisione può essere una di queste categorie, favorendo la rottura di vecchi modi di pensare e una proiezione verso il futuro capace di tenere conto della dimensione collettiva e non solo quella individuale.
In chiave metafisica, mostra la capacità dell’uomo di svelare il proprio potenziale creativo e giungere alla felicità cooperando assieme agli altri uomini per la ricostruzione di ogni settore delle attività umane. Nell’accettazione del principio di condivisione risiede la risposta alla crisi politica ed economica che l’umanità sta attraversando e il primo passo per creare le condizioni sociali di un mondo più giusto.  «Come prima cosa si deve imparare a essere uomini. Ed essere uomini significa riconoscere il valore della condivisione e prendere i bisogni del proprio fratello come misura per le proprie azioni, senza mai dimenticare che gli altri esistono in noi, come noi siamo negli altri»(Braggio)
I temi del dono, della solidarietà e di uno stile di vita sobrio, caratterizzato da meno consumi materiali e più ricchezza interiore, giocano un ruolo chiave che rivaluta l’uomo perché essere spirituale, capace di andare oltre il proprio ego e di dare un valore alla propria vita prendendosi cura degli altri.
Nella società attuale, invece, l’individuo è spinto costantemente a pensare prima a se stesso e a soddisfare una vasta gamma di desideri inutili.
Un' Ong britannica, la New Economics Foundation, elabora da diversi anni, in conformità a inchieste, un indice della felicità (happy placet index) che ribalta l’ordine classico del Pil pro capite e anche quello dell’indice di sviluppo umano (Isu). Per il 2009 la classifica stabilita dall' Ong vede in testa il Costa Rica, seguito dalla Repubblica Dominicana, dalla Giamaica e dal Guatemala. Gli Stati Uniti vengono soltanto al 114° posto.
Questo paradosso si spiega con il fatto che la società cosiddetta «sviluppata» si basa sulla produzione massiccia di decadenza, cioè su una perdita di valore e un degrado generalizzato sia delle merci, che l’accelerazione dell’«usa e getta» trasforma in rifiuti, sia degli uomini, elusi e licenziati dopo l’uso, dai presidenti e manager ai disoccupati, agli homeless, ai barboni e altri rifiuti umani.
L’odierno sistema economico sottolinea l’importanza di sostituire ai valori della società mercantile  quelli dell’altruismo, della reciprocità, della convivialità e del rispetto dell’ambiente.
 L’economista Jeremy Rifkin  individua nella Terza rivoluzione industriale la via verso un futuro più equo e sostenibile, dove centinaia di milioni di persone in tutto il mondo produrranno energia verde a casa, negli uffici e nelle fabbriche, e la condivideranno con gli altri, proprio come adesso condividono informazioni tramite Internet.
Il punto è che l’aumento della connettività ci sta rendendo sempre più consapevoli di tutti i rapporti che compongono un mondo così complesso e vario. Una nuova generazione sta cominciando a vedere il mondo sempre meno come un deposito di beni da espropriare e possedere, e sempre più come un labirinto di relazioni cui accedere. (Angela)

Bibliografia
Raj Patel- Il valore delle cose e le illusioni del capitalismo
Gianpaolo Fabris- La società post-crescita
Jeremy Rifkin, La civiltà dell’empatia

giovedì 2 maggio 2013

NASCITA

Da un mondo azzurro
di impalpabili silenzi
un raggio di luce
attraversò la nebbia.
Improvvisa
la vita squarciò i silenzi,
proruppe come cascata,
discese trionfante nell'anima,
aprì occhi di rugiada:
dirompeva un pianto
vittorioso...mentre
l'usignolo cantava
giulivo nel sole.
(Angela)