martedì 4 dicembre 2018

Lettera a Di Maio

“Caro” (per dire) Luigi Di Maio,
è brutto quando piovono merda e fango su te e sulla tua famiglia, vero?
E’ devastante essere messi alla gogna, con la macchina del fango che non ti permette neanche di respirare per delle colpe che non sarebbero neanche tue, vero?
E’ mortificante e svilente vedere un padre che piange in diretta per quello che ha fatto, provando a scagionarti, vero?
Vorresti urlare e spaccare il mondo per quello che stai passando. Vero?
Come, sei lì per fare politica, per provare a cambiare in meglio il Paese e questi mascalzoni ti vomitano addosso robe vecchie di anni in cui neanche saresti responsabile? Che vergogna, eh?

Peccato, “caro” (sempre per dire) Di Maio, che tutto questo è colpa TUA. E degli indegni sodali con cui hai fatto comunella per anni. La colpa è VOSTRA.
Voi, che per anni avete latrato come cani rabbiosi contro tutto e tutti; voi presunti, ridicoli, “puri” che avete vomitato merda e fango su ogni avversario politico; voi che gli altri erano tutti “bastardi”, “collusi”, “mafiosi”, “venduti”, “corrotti”, “evasori”, “figli di ladri”.
Voi, che avete inquinato in maniera irreversibile i pozzi della società italiana, creando dei mostri da stadio pronti unicamente a portare il vessillo e a fare a botte con il nemico.
Voi, che poi avete svenduto anima, decenza e dignità pur di stare al potere. Ingoiando condoni e decreti violenti e razzisti.
Voi, unici colpevoli.

Mi ha sempre fatto schifo la vostra politica inutile, vuota, violenta e urlata. L’ho sempre combattuta.
Tu no. In quella politica, in quel brodo primordiale d’odio, ci hai sguazzato. Era il tuo unico modo di emergere, dato il nulla che ti contraddistingue.
E adesso stai solo pagando pegno per ciò che hai, che avete, fatto.

Si chiama legge del contrappasso.
Mentre a noi restano le macerie di un Paese che avete contribuito in maniera precisa a distruggere.

sabato 1 dicembre 2018

giovedì 25 ottobre 2018

"Abbiate il coraggio di restare soli"


La lettera di Mimmo Lucano letta ieri in piazza a Riace.

È inutile dirvi che avrei voluto essere presente in mezzo a voi non solo per i saluti formali ma per qualcosa di più, per parlare senza necessità e obblighi di dover scrivere, per avvertire quella sensazione di spontaneità, per sentire l’emozione che le parole producono dall’anima, infine per ringraziarvi uno a uno, a tutti, per un abbraccio collettivo forte, con tutto l’affetto di cui gli esseri umani sono capaci.
A voi tutti che siete un popolo in viaggio verso un sogno di umanità, verso un immaginario luogo di giustizia, mettendo da parte ognuno i propri impegni quotidiani e sfidare anche l’inclemenza del tempo. Vi dico grazie.
Il cielo attraversato da tante nuvole scure, gli stessi colori, la stessa onda nera che attraversa i cieli d’Europa, che non fanno più intravedere gli orizzonti indescrivibili di vette e di abissi, di terre, di dolori e di croci, di crudeltà di nuove barbarie fasciste.
Qui, in quell’orizzonte, i popoli ci sono. E con le loro sofferenze, lotte e conquiste. Tra le piccole grandi cose del quotidiano, i fatti si intersecano con gli avvenimenti politici, i cruciali problemi di sempre alle rinnovate minacce di espulsione, agli attentati, alla morte e alla repressione.
Oggi, in questo luogo di frontiera, in questo piccolo paese del Sud italiano, terra di sofferenza, speranza e resistenza, vivremo un giorno che sarà destinato a passare alla storia.
La storia siamo noi. Con le nostre scelte, le nostre convinzioni, i nostri errori, i nostri ideali, le nostre speranze di giustizia che nessuno potrà mai sopprimere.
Verrà un giorno in cui ci sarà più rispetto dei diritti umani, più pace che guerre, più uguaglianza, più libertà che barbarie. Dove non ci saranno più persone che viaggiano in business class ed altre ammassate come merci umane provenienti da porti coloniali con le mani aggrappate alle onde nei mari dell’odio.
Sulla mia situazione personale e sulle mie vicende giudiziarie non ho tanto da aggiungere rispetto a ciò che è stato ampiamente raccontato. Non ho rancori né rivendicazioni contro nessuno.
Vorrei però dire a tutto il mondo che non ho niente di cui vergognarmi, niente da nascondere. Rifarei sempre le stesse cose, che hanno dato un senso alla mia vita. Non dimenticherò questo travolgente fiume di solidarietà.
Vi porterò per tanto tempo nel cuore. Non dobbiamo tirarci indietro, se siamo uniti e restiamo umani, potremo accarezzare il sogno dell’utopia sociale.
Vi auguro di avere il coraggio di restare soli e l’ardimento di restare insieme, sotto gli stessi ideali.
Di poter essere disubbidienti ogni qual volta si ricevono ordini che umiliano la nostra coscienza.
Di meritare che ci chiamino ribelli, come quelli che si rifiutano di dimenticare nei tempi delle amnesie obbligatorie.
Di essere così ostinati da continuare a credere, anche contro ogni evidenza, che vale la pena di essere uomini e donne.
Di continuare a camminare nonostante le cadute, i tradimenti e le sconfitte, perché la storia continua, anche dopo di noi, e quando lei dice addio, sta dicendo un arrivederci.
Ci dobbiamo augurare di mantenere viva la certezza che è possibile essere contemporanei di tutti coloro che vivono animati dalla volontà di giustizia e di bellezza, ovunque siamo e ovunque viviamo, perché le cartine dell’anima e del tempo non hanno frontiere.

Mimmo Lucano.
( Fatela circolare dovunque e comunque.)

martedì 23 ottobre 2018

Gogyohka


Il gogyohka è una poesia giapponese formata da 5 versi liberi.

Mi perdo
su questa terra
piena di muri
sotto un cielo
senza confini

Angela

domenica 23 settembre 2018

La filosofia dell'Aikido


Come ogni sistema filosofico, l'Aikido è definito da un insieme di principi fondamentali. Innanzi tutto, esso sottolinea l'importanza delle "quattro gratitudini": "Gratitudine verso l'universo", è la gratitudine per il dono della vita;
"Gratitudine verso gli antenati" , è la gratitudine verso tutti coloro che ci hanno preceduti (leader, maestri, innovatori, artisti ecc..) e hanno creato la civiltà umana. Anche se i nostri genitori si sono opposti alla nostra ricerca o l'hanno ostacolata, dobbiamo essere loro grati per il dono del corpo fisico;
"Gratitudine verso i nostri simili" , non possiamo infatti vivere senza il sostegno degli altri, dobbiamo essere grati perfino per i nostri nemici poichè affrontandoli rafforziamo lo spirito;
"Gratitudine verso le piante e gli animali che sacrificano la loro vita per noi".

La gratitudine è un potente antidoto contro il risentimento che proviamo verso altre persone e il male che coviamo nutrendo rancori (Buddha definiva una persona malvagia "qualcuno che non prova gratitudine e non si rende conto del bene ricevuto"). Le persone grate rifuggono dall'autocommiserazione e non si lamentano della propria sorte. La gratitudine si manifesta anche con il rispetto.
Nell'Aikido, le principali virtù sono 4:

"La virtù del coraggio" : bisogna affrontare coraggiosamente tutte le sfide che la vita ci riserva e combattere la buona battaglia fino all'ultimo. Si deve avere il coraggio di sacrificare se stessi quando è necessario, di ammettere gli errori e di assumersene la piena responsabilità. Questa virtù genera forza di volontà e determinazione.
"La virtù della saggezza" : l' Aikido è l'arte di apprendere a fondo le cose, l'arte di conoscere se stessi....non bisogna mai smettere di imparare.
"La virtù dell'amore" : l'amore deve essere diretto alle cose e alle idee .... Ueshiba diceva : "nel vero Budo non vi sono nemici, perchè esso è in funzione dell'amore".
"La virtù dell'empatia" : è la dimensione sociale dell'Aikido; se i principi dell'Aikido non vengono applicati nel campo delle relazioni umane, dell'ecologia e della politica, hanno scarso valore. Il maestro Ueshiba diceva : " prima di tutto, dovete mettere ordine nella vostra vita, quindi imparare come mantenere rapporti ideali con la vostra famiglia; poi, dovete sforzarvi di migliorare le condizioni nel vostro paese, e infine cercare di vivere armoniosamente con tutto il mondo".
Le 4 virtù dell' Aikido ci aiutano ad affrontare le 4 sfide: vecchiaia, malattia, morte e separazione dalle persone amate. Stimolandoci a essere più coraggiosi, saggi, benevoli ed empatici, la filosofia dell'Aikido ci fornisce i mezzi per affrontare le sfide dolorose e difficili.
Ueshiba affermava :"ogni giorno della vita umana porta serenità e cruccio, sofferenza e piacere, tenebre e luce, crescita e declino. ogni singolo momento fa parte del grande disegno della natura; non respingete, nè ostacolate l'ordine cosmico delle cose. Attendete con gioia il giorno che viene, accettando qualsiasi evento rechi con se.
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Timore e ansia possono farvi ammalare più gravemente di un male fisico. Il 
segreto della buona salute e della longevità consiste, secondo l'Aikido, in "un cuore puro e pochi desideri".
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Il rapporto amoroso è proprio dell'Aikido: "Nell'unione con un partner amato, si diventa interi e completi", e comporta mutuo rispetto, serenità di cuore, tecniche gentili, ma potenti, e totale impegno del corpo e dello spirito."(Come nell'Aikido appunto!!) 
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L'aikido non viene mai praticato solo per autodifesa o sviluppo spirituale individuale: esso è anche, e soprattutto, attività sociale. Non vi è alcuna separazione nella pratica tra persone di sesso, razza, taglia ed età diversi. Tutti si addestrano insieme, imparando ad affrontare ogni specie di individui: grandi e piccoli, giovani e vecchi, forti e deboli, agili e impacciati, atletici e goffi, risoluti o incerti. Non vi sono gare per far cobattere un individuo contro un altro, nè esibizioni consistenti in spettacolari tecniche artificialmente costruite per ottenere un alto punteggio sul tabellone di una giuria. Nel Dojo, ognuno si alterna nei ruoli di "vincitore" e "perdente". Addestrarsi in un Dojo significa prepararsi alla vera sfida di praticare l'Aikido nella vita quotidiana con la famiglia, gli amici (e i nemici), i colleghi e tutte le persone con cui entriamo in contatto.
Nell'Aikido non abbiamo nemici, nessuno di noi è uno straniero; lo scopo dell'Aikido è l'unificazione:: tra corpo e spirtio, maschile e femminile, se stessi e gli altri, uomo e natura, individuo e società. La sua opera è unire le cose, farle vibrare e creare un paradiso in terra.

("La Filosofia dell' Aikido" di Jhon Stevens) ♥♥♥ — con Mariapia Girardi

mercoledì 12 settembre 2018

mercoledì 5 settembre 2018

IL VIAGGIO DEFINITIVO




E me ne andrò. E resteranno gli uccelli
a cantare:
e resterà l'orto, col suo albero verde
e col suo pozzo bianco.
Ogni sera il cielo sarà azzurro e placido:
e suoneranno, come questa sera,
le campane del campanile.
Moriranno quelli che m'amarono,
e la gente si rinnoverà ogni anno:
e in quell'angolo del mio orto fiorito e incalcinato
il mio spirito errerà, nostalgico...
E me ne andrò: e sarò solo, senza focolare, senza albero
verde, senza pozzo bianco,
senza cielo azzurro e placido...
E resteranno gli uccelli a cantare.

- Juan Ramón Jiménez

martedì 4 settembre 2018

Mujer Intuitiva


Non so se è merito degli anni,
ma ho abbassato il volume di ciò che ascolto
e alzato quello di ciò che provo.
Mi emoziona la vista di un tramonto,
un sorso di un buon caffè,
di un vino generoso,
della buona compagnia,
una bella melodia,
il calore di uno sguardo,
il potere di un bacio.
Non so se è merito degli anni,
ma inizio a vedere la vita bella così com'è.

giovedì 30 agosto 2018

mercoledì 29 agosto 2018

AVETE ROTTO IL CAZZO

Avete rotto il cazzo con sta storia dei migranti, avete rotto il cazzo perchè siete stupidi. Completamente stupidi.
Partiamo da qualcosa di basilare: cosa stracazzo ha fatto il governo in questi 3
mesi circa.
"In circa 3 mesi la squadra di governo si è riunita una decina di volte e ad oggi è stato approvato solo il decreto che rinvia di 6 mesi la fattura digitale per i benzinai."
(La fattura dei benzinai...chiaro?!)

Flat Tax, reddito di cittadinanza, decreto di dignità? Se ne riparla nel 2020! Che non vuol dire che si faranno, vuol dire che "se ne riparla"...un po' come quando mio figlio mi chiede di andare alle giostre alle 9 di sera e io sono in mutande sul divano e rispondo: "eh sì sì poi vediamo".
Quindi visto che si sono promesse puttanate per arrivare al potere (come al solito per carità)...e visto che al comando fondamentalmente ci sta un partito con a capo un idiota che ha preso il 17% dei voti (il diciassette per cento, diciassette, non menziono nemmeno i 5S perché sono più assenti di Spalletti sulla panchina dell'Inter)...cosa si può fare per acquisire ulteriori consensi?!
"Che ne dite puntiamo tutto sulla stupidità degli italiani?"
"Ottima idea, funziona sempre"
"Continuiamo a parlare male dei migranti?"
"Siamo arrivati al 17% nonostante anni di furti e incompetenza politica solamente puntando sui negri, continuiamo porco due"
"Slogan? St'anno vanno tanto, così li pubblichiamo su Fb"
"L'Italia agli italiani, ti piace?"
"Figo, andata! Pubblico subito"

Ma parliamo dell'Italia agli italiani:
C'è un'emergenza immigrazione da risolvere.
C'è un'emergenza immigrazione da risolvere?
No brutto pirla non c'è nessuna emergenza immigrazione da risolvere. Rispetto al 2017 in un anno, l'immigrazione è calata dell'80% (ottanta, ripeto ottanta...secondo i dati della Fondazione Ismu, non secondo il meme con 4,5 mln di Like).
È calata prima ancora che arrivasse il decerebrato che si fa chiamare "capitano"...(l'unico capitano è Zanetti, al massimo Baresi o Maldini, non ce ne sono altri)!

Ma andiamo avanti; quanto ci costa l'immigrazione? Circa 4,6 miliardi l'anno (e voi direte: QUATTROVIRGOLASEIMIGLIARDIIII VERGONIAAAA, perché lo so che lo dite)...ma questi 4,6 miliardi non vanno mica ai "negretti" eh...no, a loro vanno circa 2,5 euro al giorno, (due virgola cinque) (niente iPhone, niente alberghi di lusso, niente ombrelloni in prima fila, e nemmeno cene da Cracco pagate).
Ma voi siete comunque indignati (perché chiamarvi razzisti poi vi offendete). 
Sapete che se questi 4,6 miliardi venissero ridistribuiti, oltre a rendere disoccupata un sacco di gente adibita all'accoglienza, porterebbe nelle tasche della signora Maria,pensionata di turno...circa 1/2 euro in più (ma forse sto esagerando)!

Ora, senza stare a dettagliare i problemi che affliggono il nostro paese, facciamo un rapido conto di quelli macro, quelli insomma che fanno davvero la differenza.
Lo sapete quanto fattura la Mafia? Non lo sapete? Vabbó ve lo dico 150 miliardi l'anno...(centocinquantamiliardi) 150 cucuzze provengono dalla criminalità organizzata. (Oltre 40 miliardi in più rispetto al primo gruppo italiano "legale"...Exor). 
Vogliamo parlare dell'evasione fiscale? Secondo i dati ISTAT vengono evasi circa 300 Miliardi l'anno (TRECENTO! sapete la differenza tra 300 e 4,6 dei migranti sopra quant'è? No, non ve lo dico. Lo fate con la calcolatrice...ah un miliardo ha 9 zeri, giusto per aiutarvi). Naturalmente non conto gli altri 200 miliardi di evasione derivanti da attività criminale, sennò saremmo oltre i 500! Facile.
Quindi mentre non dichiarate i vostri guadagni, mentre taroccate bilanci, mentre pagate in nero qualsiasi cosa...fatevelo un piccolo esame di coscienza la prossima volta che vi sentite DERUBATI perché spendono 2 euro dei NON vostri soldi per aiutare qualcuno che forse forse sta un pelo peggio di voi. Pensate a quelli che inculate giornalmente al vostro vicino di ombrellone.
Vogliamo scrivere due righe sulla corruzione? Beh sono circa 100 miliardi l'anno a spese del bel paese...

Quindi, pallottoliere alla mano, sono circa 700 miliardi che "mancano" all'Italia ogni anno, solo da questi 3 problemi. Solo da questi. 
Poi se volete aggiungere spesa pubblica ad cazzum, stipendi dei politici, rimborsi elettorali, pensioni d'oro e altre decine e decine di merdate che pesano su ognuno di noi....beh facciamolo.
Però, però, il problema sono i migranti. E sapete perché? 
Perché siete un branco di pirla che vi fate fare il lavaggio del cervello, da un malvivente che usa la vostra stupidità per ottenere consensi, che vi instilla la paura nel cervello, che usa il DIVERSO come perno per aumentare la sua popolarità e accrescere il vostro odio. 
Odio verso il nemico che non esiste. 
Odio che vi porta a sparare troiate tipo: "non sono razzista, ma..." un po' come se dicessi "sono vegano, ma il controfiletto la sera me lo mangio lo stesso!"

Avete rotto il cazzo. 
Oltre ad avere il quoziente intellettivo di Sossio Aruta durante una puntata di uomini e donne...e il battesimo come titolo di studio, siete solo dei razzisti nascosti dietro il vostro "amore per la patria"...che ogni giorno puntualmente buttate nel cesso con la vostra intolleranza retrograda. 
Fatevi un esame di coscienza, se ne avete una...e se tenere 5 giorni in mare esseri umani per voi "è corretto perché mica possiamo tenerli tutti noi, aiutiamoli a casa loro, e la signora Pina prende 400 euro al mese di pensione, vergoniaaa"...fatevi un cazzo di giretto in quei posti dove regna povertà e guerra...con la speranza che qualcosa lì vi trattenga e che qui non ci torniate più. 
Perché a me, come a tanti grazie a Dio, fanno pena gente come voi.

Vi avrei anche fatto il Meme, ma non sono capace.
In sintesi: Avete rotto il cazzo.

Gabriele Hitch Militano😭😭

lunedì 27 agosto 2018

C'ERANO SCHIAVI UN TEMPO - Alekos Panagulis



C’erano schiavi un tempo
Oggetti di carne
Animali con due piedi
che nascevano e morivano
servendo bestie con due piedi
c’erano schiavi un tempo
che in vita
li teneva la speranza
della Libertà
Anni e anni sono passati
e adesso
quegli schiavi non esistono più
Ma è nato
un nuovo genere di schiavi
Schiavi pagati
Schiavi saziati
Schiavi che ridono
Schiavi che vogliono
Rimanere schiavi
Questo è il Progresso!

lunedì 20 agosto 2018

Mario de Andrade



Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da ora in avanti, rispetto a quanto ho vissuto finora…
Mi sento come quel bimbo cui regalano un sacchetto di caramelle: le prime le mangia felice e in fretta, ma, quando 
si accorge che gliene rimangono poche, comincia a gustarle profondamente.
Non ho tempo per riunioni interminabili, in cui si discutono statuti, leggi, procedimenti e regolamenti interni, 
sapendo che alla fine non si concluderà nulla.
Non ho tempo per sopportare persone assurde che, oltre che per l’età anagrafica,
 non sono cresciute per nessun altro aspetto.
Non ho tempo, da perdere per sciocchezze.
Non voglio partecipare a riunioni in cui sfilano solo “EGO” gonfiati.
Ora non sopporto i manipolatori, gli arrivisti, né gli approfittatori.
Mi disturbano gli invidiosi, che cercano di discreditare i più capaci, per appropriarsi 
del loro talento e dei loro risultati.
Detesto, se ne sono testimone, gli effetti che genera la lotta per un incarico importante.
Le persone non discutono sui contenuti, ma solo sui titoli…
Ho poco tempo per discutere di beni materiali o posizioni sociali.
Amo l’essenziale, perché la mia anima ora ha fretta…
E con così poche caramelle nel sacchetto…
Adesso, così solo, voglio vivere tra gli esseri umani, molto sensibili.
Gente che sappia amare e non burlarsi dell’ingenuo e dei suoi errori.
Gente molto sicura di se stessa , che non si vanti dei suoi lussi e delle sue ricchezze.
Gente che non si consideri eletta anzitempo.
Gente che non sfugga alle sue responsabilità.
Gente molto sincera che difenda la dignità umana.
Con gente che desideri solo vivere con onestà e rettitudine.
Perché solo l’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena viverla.
Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle altre persone …
Gente cui i duri colpi della vita, abbiano insegnato a crescere con dolci carezze nell’anima.
Sì… ho fretta… per vivere con l’intensità che niente più che la maturità ci può dare.
Non intendo sprecare neanche una sola caramella di quelle che ora mi restano nel sacchetto.
Sono sicuro che queste caramelle saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora.
Il mio obiettivo, alla fine, è andar via soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza.
Ti auguro che anche il tuo obiettivo sia lo stesso, perché, in qualche modo, anche tu te ne andrai…”

giovedì 19 luglio 2018

L'amore





“Ci hanno fatto credere che l’amore, quello vero, si trova una volta sola, e in generale prima dei trent’anni. Non ci hanno detto che l’amore non è azionato in qualche maniera e nemmeno arriva ad un’ora precisa.

Ci hanno fatto credere che ognuno di noi è la metà di un’arancia, che la vita ha senso solo quando riusciamo a trovare l’altra metà. Non ci hanno detto che nasciamo interi, che mai nessuno nella nostra vita merita di portarsi sulle spalle la responsabilità di completare quello che ci manca: si cresce con noi stessi. Se siamo in buona compagnia, è semplicemente più gradevole.

Ci hanno fatto credere in una formula chiamata “due in uno”: due persone che pensano uguale, agiscono uguale, che solamente questo poteva funzionare. Non ci hanno detto che questo ha un nome: annullamento. Che solamente essere individui con propria personalità ci permette di avere un rapporto sano.

Ci hanno fatto credere che il matrimonio è d’obbligo e che i desideri fuori tempo devono essere repressi.

Ci hanno fatto credere che i belli e magri sono quelli più amati, che quelli che fanno poco sesso sono all’antica, e quelli che invece ne fanno troppo non sono affidabili, e che ci sarà sempre un scarpa vecchia per un piede storto! Solo non ci hanno detto che esistono molte più menti “storte” che piedi.

Ci hanno fatto credere che esiste un’unica formula per la felicità, la stessa per tutti, e quelli che cercano di svincolarsene sono condannati all’emarginazione. Non ci hanno detto che queste formule non funzionano, frustrano le persone, sono alienanti, e che ci sono altre alternative.

Ah, non ci hanno nemmeno detto che nessuno mai ci dirà tutto ciò.
Ognuno di noi lo scoprirà da sè. 
E così, quando sarai molto innamorato di te stesso, potrai essere altrettanto felice, e potrai amare qualcuno”

(John Lennon)

martedì 17 luglio 2018

Bukowski


Il tuo io spirituale
il tuo io viscerale
il tuo io magico che canta e
il tuo io belllissimo.
Salvalo.
Non unirti ai morti-di-spirito.
Mantieni il tuo io
con umorismo e benevolenza
e alla fine
se necessario
scommetti sulla tua vita mentre combatti,
fottitene del prezzo.

C. Bukowski

martedì 10 luglio 2018

Il razzismo spiegato a mia figlia


“Dimmi, babbo, cos’è il razzismo?”
“Tra le cose che ci sono al mondo, il razzismo è la meglio distribuita. E’ un comportamento piuttosto diffuso, comune a tutte le società tanto da diventare, ahimè, banale. Esso consiste nel manifestare diffidenza e poi disprezzo per le persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre […].
Il razzista è qualcuno che soffre di un complesso di inferiorità o di superiorità. Il risultato è lo stesso, perché il suo comportamento, in un caso o nell’altro, sarà di disprezzo. E dal disprezzo la collera.”
“ I razzisti hanno paura?” “Hanno paura dello straniero, di quello che non conoscono, soprattutto se quello straniero è più povero di loro. Il razzista è più portato a diffidare di un operaio africano che di un miliardario americano. Meglio ancora, se un emiro del Golfo viene a passare le sue vacanze in Costa Azzurra è accolto a braccia aperte, perché non è l’arabo che si riceve, ma il ricco che è venuto a spendere soldi.”
“Cos’è un straniero?” “La parola straniero ha la stessa radice di estraneo e di strano, che indica ciò che è “di fuori”, “esterno”, “diverso”. Designa colui che non è della famiglia, che non appartiene al clan , alla tribù. E’ qualcuno che viene da un altro paese, sia esso vicino o lontano. Da ciò è nato il concetto di xenofobia, che significa “ostilità verso gli stranieri, e ciò che viene dall’estero”. […]. L’uomo si comporta spesso come un animale. L’animale lotta solo se attaccato. Talvolta invece l’uomo aggredisce lo straniero anche quando questi non ha affatto l’intenzione di portargli via qualcosa.
“E tu trovi che questo sia comune a tutte le società?” “Comune, piuttosto diffuso, sì; normale, no. Da sempre l’uomo reagisce così. C’è la natura e poi c’è la cultura. In altre parole c’è il comportamento istintivo, senza riflessione, senza ragionamento, poi c’è il comportamento razionale, quello che deriva dall’educazione, dalla scuola e dal ragionamento. E’ ciò che si chiama cultura in contrapposizione alla natura. Con la cultura si impara a vivere insieme; si impara soprattutto che non siamo soli ala mondo, che esistono altri popoli e altre tradizioni, altri modi di vivere che sono altrettanto validi dei nostri.”
“Se per cultura intendi educazione, e se ti ho seguito bene, allora anche il razzismo può venire con quello che si impara…” “Non si nasce razzista, si diventa. C’è una buona e una cattiva educazione. Tutto dipende da chi educa, sia nella scuola come a casa.”. “Ma allora, l’animale, che non riceve nessuna educazione, è migliore dell’uomo?” “Diciamo che l’animale non ha sentimenti prestabiliti. L’uomo, al contrario, ha quelli che si chiamano pregiudizi. Giudica gli altri ancor prima di conoscerli. Crede di sapere già chi sono e quanto valgono. Spesso si sbaglia. Di qui la sua paura. Ed è per combattere la paura che a volte l’uomo si trova a fare la guerra. Sai, quando dico che ha paura, non bisogna credere che tremi: al contrario, la paura provoca la sua aggressività. Si sente minacciato e attacca. Il razzista è aggressivo”. “Allora, è a causa del razzismo che ci sono le guerre?” “In certi casi è così. Alla base c’è una volontà di appropriarsi dei beni altrui. Si utilizza il razzismo o la religione per spingere le persone all’odio, a detestarsi anche quando non si conoscono nemmeno. Si alimenta la paura dello straniero, la paura che si voglia prendere la mia casa, il mio lavoro, la mia donna. E’ l’ignoranza ad alimentare la paura[…]. Il razzista giustifica la sua repulsione con le caratteristiche fisiche; non sopporta il tale perché ha il naso camuso o perché ha i capelli crespi o gli occhi a mandorla, eccetera. Al razzista poco importa di conoscere i pregi e i difetti di una persona, gli basta sapere che fa parte di una determinata comunità per rifiutarla. Si appoggia alle caratteristiche somatiche per giustificare il suo rifiuto di una persona.”. “Dammi qualche esempio”
“Si dirà che i negri son robusti ma pigri e poco puliti; che i cinesi sono piccoli egoisti e crudeli; che gli arabi sono astuti aggressivi e traditori; si affibbieranno agli ebrei i peggiori difetti fisici e morali per giustificarne le persecuzioni. Gli esempi abbondano. Bisogna far sparire dal tuo vocabolario tutte le frasi del genere “testa di turco” “faticare come un negro” ecc. Sono sciocchezze che bisogna combattere.” “Combattere come?” “Intanto imparando a rispettare. Il rispetto è essenziale. D’altra parte la gente non pretende l’amore, ma di essere rispettata nella sua dignità umana. Rispettare vuol dire avere riguardo sapere ascoltare. Lo straniero non reclama amore e amicizia, ma rispetto. L’amore e l’amicizia possono venire dopo, quando ci si conosce meglio e ci si apprezza. Ma in partenza non bisogna avere alcun giudizio preconcetto. In altre parole, nessun pregiudizio. Invece il razzismo si sviluppa grazie alle idee preconcette sui popoli e sulle loro culture. Ti do alcuni esempi di generalizzazioni stupide: gli scozzesi sono avari; i belgi sono troppo furbi; gli zingari sono ladri; gli asiatici sono sornioni; ecc. Qualsiasi generalizzazione è imbecille e fonte di errore. Il razzista è proprio colui che generalizza partendo da un caso particolare. Se è stato derubato da un arabo, ne trarrà la conclusione che tutti gli arabi sono ladri. Rispettare gli altri vuol dire avere riguardo per la giustizia […]. La lotta contro il razzismo deve essere un riflesso quotidiano. Non bisogna mai abbassare la guardia. Bisogna cominciare con il dare l’esempio e fare attenzione alle parole che si usano. Le parole sono pericolose: Certe vengono usate per ferire ed umiliare, per alimentare la diffidenza e perfino l’odio. Di altre viene distorto profondamente il significato per sostenere intenzioni di gerarchia e di discriminazione. Bisognerà riuscire ad eliminare dal tuo vocabolario le espressioni che portano a idee false e pericolose. La lotta contro il razzismo comincia con un lavoro sul linguaggio. Questa lotta d’altra parte richiede volontà, perseveranza ed immaginazione. Non basta indignarsi di fronte a un discorso o un comportamento razzista. Se uno lascia correre permette al razzismo di prosperare . Se non si reagisce, si rende il razzismo arrogante. Sappi che ci sono le leggi che puniscono l’incitamento all’odio razziale. Quando tornerai a scuola guarda bene tutti i tuoi compagni e noterai che sono tutti diversi tra loro, e questa differenza è una cosa bella. E’ una buona occasione per l’umanità. Quegli scolari vengono da orizzonti diversi, sono capaci di darti cose che non hai, come tu puoi dargli qualcosa che loro non conoscono. Il miscuglio è un arricchimento reciproco. Sappi infine che ogni faccia è un miracolo. E’ unica. Non potrai mai trovare due facce identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un’altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità.
Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia

lunedì 2 luglio 2018

29 giugno 2018 Dedicata a i 100 morti in mare, morti affogati in attesa di una nave che li salvasse.



Se fosse tuo figlio
riempiresti il mare di navi 
di qualsiasi bandiera.

Vorresti che tutte insieme 
a milioni 
facessero da ponte 
per farlo passare.

Premuroso, 
non lo lasceresti mai da solo
faresti ombra 
per non far bruciare i suoi occhi, 
lo copriresti 
per non farlo bagnare
dagli schizzi d'acqua salata.

Se fosse tuo figlio ti getteresti in mare, 
uccideresti il pescatore che non presta la barca, urleresti per chiedere aiuto, 
busseresti alle porte dei governi 
per rivendicare la vita.

Se fosse tuo figlio oggi saresti a lutto, 
odieresti il mondo, odieresti i porti 
pieni di navi attraccate.
Odieresti chi le tiene ferme e lontane
Da chi, nel frattempo
sostituisce le urla 
Con acqua di mare.

Se fosse tuo figlio li chiameresti
vigliacchi disumani, gli sputeresti addosso. 
Dovrebbero fermarti, tenerti, bloccarti
vorresti spaccargli la faccia, 
annegarli tutti nello stesso mare.

Ma stai tranquillo, nella tua tiepida casa
non è tuo figlio, non è tuo figlio. 
Puoi dormire tranquillo
E sopratutto sicuro. 
Non è tuo figlio.

È solo un figlio dell'umanitá perduta,
dell'umanità sporca, che non fa rumore.

Non è tuo figlio, non è tuo figlio. 
Dormi tranquillo, certamente 
non è il tuo.

(Sergio Guttilla) 
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domenica 1 luglio 2018

SERENITA'


Sono felice se c'è il sole,
come un albero
tendo i rami verso il cielo
e lascio i raggi dorati
riscaldarmi a lungo.
Mi piace la carezza del vento,
soffia leggero, con un brusio
mi passa tra i capelli.
Amo la pioggia sottile,
quella che lava la polvere
e lucida le foglie.
Ogni giorno mi godo
la mia Terra
e nutro il mio cuore
di canti di uccelli
che mi fanno compagnia.

(Angela)

martedì 12 giugno 2018

Gli ostacoli



Alle volte incontriamo persone nella nostra vita e subito ci rendiamo conto che loro dovevano essere lì....per percorrere con noi un tratto del nostro cammino.
Noi non sappiamo mai chi potrebbero essere queste persone, ma quando i nostri occhi si incontrano con i loro occhi, in quel momento siamo certi che esse avranno un effetto molto profondo nella nostra esistenza .
E alle volte ci succedono cose tremende, dolorose e ingiuste, ma se ci riflettiamo, comprendiamo che se non avessimo superato quegli ostacoli, non avremmo potuto dar valore alla nostra forza, alla volontà ed al cuore.
Niente capita per caso: malattie, amori, momenti perduti di grandezza o di stupidità accadono per provare i limiti della nostra anima. Senza queste prove, la vita sarebbe una strada lineare, piatta e liscia verso nessuna meta. Sarebbe sicura e confortevole, ma noiosa e senza uno scopo. I successi e i fallimenti provano chi siamo e le esperienze negative hanno sempre qualcosa da insegnarci, probabilmente sono le più importanti.
Per questo perdoniamo a chi ci ha fatto del male, perchè ci ha aiutato a capire che dobbiamo stare attenti quando apriamo il nostro cuore a qualcuno. E amiamo incondizionatamente chi ci ama perchè ci insegna ad amare e a guardare le piccole cose, ad apprezzare ogni momento perchè non si ripeterà mai più.
Crediamo ,quindi, in noi stessi e ripetiamoci che siamo "una grande persona", perchè se noi non crediamo in noi stessi, nessuno crederà in noi. Crediamo nella nostra vita e soprattutto corriamo a viverla!!!

martedì 15 maggio 2018

Al culmine della disperazione- Emil Cioran





"Ci sono due modi di sentire la solitudine: sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo. Chi si sente solo vive un dramma puramente individuale; il sentimento dell'abbandono può sopraggiungere anche in una splendida cornice naturale. In tal caso interessa unicamente la propria inquietudine. Sentirti proiettato e sospeso in questo mondo, incapace di adattarti ad esso, consumato in te stesso, distrutto dalle tue deficienze o esaltazioni, tormentato dalle tue insufficienze, indifferente agli aspetti esteriori – luminosi o cupi che siano –, rimanendo nel tuo dramma interiore: ecco ciò che significa la solitudine individuale. Il sentimento di solitudine cosmica deriva invece non tanto da un tormento puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. Come se il mondo avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore crepuscolare riescono a raggiungere. Chi sono dunque i più infelici: coloro che sentono la solitudine in se stessi o coloro che la sentono all'esterno? Impossibile rispondere. E poi, perché dovrei darmi la pena di stabilire una gerarchia della solitudine? Essere solo non è già abbastanza?"

domenica 13 maggio 2018

(Da Le Mamme Ribelli Non Hanno Paura)

Sono sdraiata nel letto di mia figlia, accanto a lei.
È tardi, avremmo dovuto essere a letto almeno un’ora fa. Domani la vita ci trascinerà nel suo scorrere molto presto e sicuramente lei non avrà nessuna voglia di lasciare questo scrigno di lenzuola, cuscini e braccia.
Nemmeno io.
Siamo coricate sul fianco sinistro, la sua schiena contro il mio stomaco, la sua nuca incastrata sotto il mio mento, il mio braccio che fascia il suo corpo.
Sotto il mio palmo sento il ritmico bussare del suo cuore. Tutte le sere, quando la metto a dormire, lei mi chiede di farle le “cocchile” e ci mettiamo in questa posizione. Tutte le sere incastro la mia mano tra il materasso e il suo cuore.
Lo sento tutte le sere, ma è la prima volta che lo ascolto.
Tumtum tumtum.
Io sono quella del per scontato, non mi fermo mai ad osservare, ad ascoltare, a godermi le scaglie di una vita ordinaria frammentate ed elevate fino allo straordinario.
Mia figlia ha due anni ed è la prima volta che ascolto il suo cuore.
Tumtum tumtum.
Penso a tutte le volte che mi ha fatto arrabbiare, l’ultima poco fa, per un pigiamino non messo, una pipì rimandata, un giocattolo fuori posto, un piatto di fusilli non finito…
Penso a tutte le volte che ho perso la pazienza, a tutte quelle volte che avrei voluto scappare, a quelle volte che chimelafattofare.
Mi sto guardando dall’esterno, fuori campo, riesco a vedere i miei errori.
Tumtum tumtum.
Fuori il campanile rintocca le dieci e mezza.
Avremmo dovuto essere a letto un’ora fa.
Tumtum tumtum.
Penso che là fuori, da qualche parte, c’è una madre che sta stringendo il suo bambino incastonando le braccia tra le canule che gli iniettano la sopravvivenza, ringraziando la vita di averle concesso un altro giorno insieme a lui, ringraziando che quel piccolo cuore abbia battuto da guerriero anche oggi, consapevole che potrebbe spegnersi senza preavviso da un momento all'altro.
Tumtum tumtum.
Penso che là fuori, da qualche parte, c’è una madre che si sta stringendo tra le sue braccia, perché la vita ha scelto di portarsi via il suo bambino, o di non farlo nascere mai, ed ogni sera cinge il rimorso, perché convinta che se non avesse… se fosse stata… se avesse fatto… forse… magari…
Tumtum tumtum.
Penso che là fuori, da qualche parte, c’è una madre che sta stringendo il suo bambino più forte di me, perché cosciente che la sua casa potrebbe essere la prossima, serrando forte gli occhi e la speranza, quando sente il boato di un caccia sorvolare il suo tetto.
Tumtum tumtum.
Penso che là fuori, da qualche parte, c’è una madre che stringe forte il suo bambino come uno scudo umano, quando sente la chiave girare nella toppa, pregando che lui non sia troppo ubriaco, troppo rabbioso, troppo mostro.
Tumtum tumtum.
Penso che là fuori, da qualche parte, c’è un bambino solo che stringe forte un orsetto di peluche, in un letto che ha accolto altri cento bambini come lui, desiderosi di trovare una mamma che li fasci in un abbraccio.
Tumtum tumtum.
È la prima volta che ascolto il cuore di mia figlia.
Il campanile rintocca le undici.
Stringo più forte.
Mi addormento con un occhio bagnato di gratitudine e l’altro affogato nel rammarico.
Tumtum tumtum.





sabato 12 maggio 2018

sabato 5 maggio 2018


Arriva subito la rubrica "...E ricordo a sera" cari amici, é con noi anche oggi, 02-05-2018, pronta a regalarci un haiku :
Angela Baldi
Echi profondi
In silenzio l’anima
la sera ascolta
Quanto dobbiamo entrare dentro noi stessi, per sentirci, per scrutare fino in fondo, alla radice del nostro essere, alle fonti del proprio sentire, stare così, in silenzio, per cogliere anche un impercettibile soffio, una parvenza di pensiero da poter catturare e ascoltare, soprattutto di sera, nel momento del distacco dalle cose consuete e mobili, cercando invece gli attimi di illuminazione, nel tentativo di fissarli davanti a noi, perché ci facciano da faro, siano così la via da percorrere. Ascoltiamo più spesso questi echi, ascoltiamoli.
Bellissimo Angela, molto profondo come quegli echi.
Grazie e complimenti.
Buonanotte piccole gocce e alla prossima 
( Una goccia si racconta...)