martedì 30 maggio 2017

I ponti di Madison County





Non sono sicuro di averti dentro di me, né di essere dentro di te, e neppure di possederti replicò lui. E in ogni caso, non è al possesso che aspiro. Credo invece che siamo entrambi dentro un altro essere che abbiamo creato, e che si chiama “noi”.

L'abbraccio


domenica 28 maggio 2017




L’ultimo suono del tuo addio,
mi disse che non sapevo nulla
e che era giunto
il tempo necessario
di imparare i perché della materia.
Così, tra pietra e pietra,
seppi che sommare è unire
e che sottrarre ci lascia
soli e vuoti.
Che i colori riflettono
l’ingenua volontà dell’occhio.
Che i solfeggi e i sol
implorano la fame dell’udito.
Che le strade e la polvere
sono la ragione dei passi.
Che la strada più breve
fra due punti,
è il cerchio che li unisce
in un abbraccio sorpreso.
Che due più due
può essere un brano di Vivaldi.
Che i geni amabili
abitano le bottiglie del buon vino.
Con tutto questo già appreso
tornai a disfare l’eco del tuo addio,
e al suo posto palpitante a scrivere
La Più Bella Storia d’Amore
ma, come dice l’adagio,
non si finisce mai
di imparare e di dubitare.
E così, ancora una volta,
tanto facilmente come nasce una rosa,
o si morde la coda una stella fugace,
seppi che la mia opera era stata scritta
perché La Più Bella Storia d’Amore
è possibile solo
nella serena e inquietante
calligrafia dei tuoi occhi.

Luis Sepúlveda

mercoledì 24 maggio 2017

Janusz Korczach







 
"Dite: È faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi,
inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
È piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi
fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli"
(Janusz Korczach)

Emily Dickinson




So guardare il dolore
- pozze intere di esso -
ci sono abituata.
Ma il minimo urto di gioia
mi imbroglia i piedi
e ruzzolo - ubriaca

Emily Dickinson