domenica 27 aprile 2014

Keiryu



Il keiryu è una forma poetica giapponese composta da cinque righe di 7-9-8 / 9.9 sillabe. Simile all'haiku e al tanka, il suo contenuto si riferisce alla natura, ma la seconda parte ha un richiamo intimistico, che rivela l'animo del poeta. 




si squarcia all’orizzonte
 la luce di un  arcobaleno
 tra  rami multicolori
s'irradia li avvolge li asciuga
 abbraccia la nera foresta

(Angela)

sabato 26 aprile 2014

Eredità






EREDITA’
poema di michele capuano – (quindi no-copyright)
Ogni giorno
senza orario
il primo pensiero è lasciare in eredità quello che non hai.
Ai figli e alle figlie
ai fratelli e alle sorelle
a madri e padri che forse marceranno oltre il tuo tempo.
Alle moltitudini con le quali ti sei confuso
e a quelle lontane anche dal tuo grido e dai tuoi sospiri
dalle tue bandiere
da tamburi che continui a percuotere rifiutando il silenzio
sconfitte e oppressione.
E quello che hai.
E’ da vigliacchi lasciare eredità
solo oltre la propria esistenza.
Dobbiamo farlo ogni istante
in cambio di niente
ogni attimo dobbiamo rinnovare
l’idea di pace, giustizia, ribellione e felicità.
Amore e un progetto di liberazione al plurale.
Non ricchezze.
Nessuna proprietà.
Né il colore dei capelli o degli occhi o della pelle.
Neppure il timbro della voce e i dialetti.
O i difetti.
La bontà e l’ira
le passioni travolgenti e la tolleranza.
L’intelligenza e le capacità.
La malattia e il dolore
e neanche il potere:
invenzione di cinici profittatori
ma la volontà si! il volere anche
il dare l’esempio, unire il dire al fare
conquistare un pianeta e un cielo
che appartengano ai popoli
E la ragione… la ragione si! contro l’oblio.
La città di tutti e di tutte non c’è… ancora.
Mediocri e apatici
animali feroci, voraci e ingordi
l’hanno nascosta agli occhi delle genti
ed erbacce sono cresciute
ovunque hanno messo radici forti e coriacee
mentre le tenebre hanno umiliato i caleidoscopi.
Vecchi libri narrano della genesi e di Gerusalemme,
delle origini,
di sacri diritti o diritti sacrosanti,
della creazione e di testamenti,
poi si confondono i suoi testimoni con Darwin
e scoprono l’animale che diventa uomo
che sfida il tempio
che progetta mutazioni radicali:
quella terra ora è insanguinata
e macellai senza scrupoli
(già carne di macello i loro avi)
massacrano un popolo intero che difende la sua dignità
e un luogo che da sempre ha visto tutti i colori
della razza umana.
Il cristo della sierra è lontano
o è un simbolo raffigurato su un drappo rosso al vento
E sono migliaia i cristi del deserto: palestinesi!
Palestinesi e curdi
e anche quell’israeliano che getta il fucile.
Il cristo della sierra è lontano
o è un simbolo in Argentina e in Colombia
in Ecuador
in Venezuela al fianco di Simon Bolivar
e in Nicaragua con Sandino
o è un rivoluzionario in Brasile.
E sono migliaia i cristi della savana e della foresta:
nella vicina Africa
verso il mediterraneo…
Perché dovrei aspettare?
Perché dovremmo attendere il trascorrere degli anni
per lasciare in eredità all’umanità intera
quello che non abbiamo?
E quello che abbiamo:
la memoria
la coscienza.
La speranza del futuro.
Un imperfetto trasformabile presente.
Prendiamoci le stagioni.
E poi i mesi.
I giorni.
Le ore.
I minuti da riempire con le idee e il rumore di un corteo.
Per una condivisone da inventare…
E non c’è cosa che non accada nel tempo.
Non c’è agire che non si manifesti nello spazio.
lo spazio ci appartiene.
Prendiamoci ciò che è nostro!
La terra rossa, il nostro sangue rosso
le nostre bandiere rosse, il sole rosso.
E l’acqua da dipingere…
con il fuoco rosso e ardente
delle nostre spontanee passioni.
Ho avuto abbastanza
Per non dividerlo con voi… per non restituirlo!

giovedì 10 aprile 2014

mercoledì 9 aprile 2014