venerdì 26 ottobre 2012

AURORA

Con un fare tranquillo
mi chiese se ero sua.
Non gli risposi con le labbra
ma risposi con gli occhi.

Ed egli m'innalzò
sopra il brusìo dei mortali,
rapido come un cocchio
che dilegua in un turbine di ruote.

Il mondo si staccò sotto di noi
come la terra sotto ai piedi
di chi si affaccia da un pallone
sulle vie dell'ètere.

L'abisso dietro a noi non esisteva,
c'erano i nuovi continenti.
Era l'eternità
prima della sua ora.

Per noi non più stagioni,
non v'era più la notte nè il meriggio.
Si fermò il sole su quell'orizzonte
e lo fissò per sempre nell'aurora.

(Emily Dickinson)

mercoledì 17 ottobre 2012

CLANDESTINO

Clandestino non è solo un sinonimo volgare e presuntuoso che etichetta l'immigrato "irregolare" o in modo sbrigativo, ignorante e bigotto, l'immigrato in generale.
Il clandestino è anche l'operaio che esce di casa la mattina presto e non sa se tornerà dalla sua famiglia. Clandestino è chi non riesce ad arrivare alla fine del mese e chi ci arriva, ma per lavorare deve abbandonare la vita, la sua esistenza, diventando una macchina di profitto. L'uomo ha bisogno di vivere serenamente di passioni, di affari pubblici e di amore. Non può ridursi in una semplice macchina. Il clandestino sei anche tu che non hai la possibilità di vivere in un paese veramente democratico e civile. Clandestino sei tu che non partecipi o che ti viene impedito di farlo. Clandestino sei tu che sei trattato come un semplice numero.
Clandestino è il clochard, l'invisibile snobbato e scacciato da tutti i "benpensanti".Clandestini sono gli studenti e i ricercatori precari che vedono perdere il loro diritto allo studio, al sapere e rincorrere la strada delo sbando. Clandestini sono tutta quella galassia di giovani delle periferie e non, che vagano per le città senza una meta. Clandestini sono gli sfruttati e gli sfrattati che non hanno più un riparo e un letto dove dormire. Clandestina è la natura, cementificata e occupata da uomini arroganti. Clandestini sono gli anziani, sempre più abbandonati alla vita frenetica dei loro figli e i bambini, lasciati senza i diritti fondamentali. Clandestine sono le prostitute umiliate,violentate in continuazione e trattate come carne da macello. Clandestini sono tutti i poveri della terra, gli incompresi e quelli che chiamano"matti". Clandestini sono i desolati, malnutriti, schiavizzati, incatenati e sofferenti.
Se vogliamo generalizzare, Clandestine sono tutte  le minoranze indifese del mondo, schiacciate da ogni Stato nazionale e da questa folle e ingiusta economia mondiale. In gran parte dei paesi del pianeta, la maggioranza avida e indifferente, calpesta e limita le libertà dele minoranze, usando metodi di violenza fisica, psicologica e economica.
(Tratto dall' introduzione del libro "Feisal" di Andrea Onori-Book Sprint Edizioni)

domenica 14 ottobre 2012

IL TUO SORRISO

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell’ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

Pablo Neruda

sabato 13 ottobre 2012

Saper vivere



Se sei disposto a dimenticare ciò che hai fatto per gli altri
e a ricordare ciò che gli altri hanno fatto per te.
Se sei pronto a non tener conto di ciò che la vita ti deve,
ma a prendere nota di ciò che tu devi alla vita.
Ma soprattutto, se riesci a capire che tu sei negli altri
e gli altri sono in te e che la cosa più importante della vita
non è ciò che riuscirai a prendere da essa,
ma ciò che riuscirai a darle....
Allora avrai imparato a vivere.
Il valore della vita non sta in ciò che fai,
ma in ciò che riesci ad amare di ciò che fai;
puoi fare tante cose, ma se non riesci ad amarle,
il tuo fare non serve a nulla,
e la tua vita non vale nulla.
Il valore della tua vita non sta in ciò che hai,
ma in ciò che sei;
perché in realtà nessuno non ha niente.
L'unica cosa che si può avere è se stessi,
se hai te stesso, hai tutto il mondo
e la tua vita vale più del mondo.
Il valore della tua vita non sta in ciò che pensi:
puoi pensare tutto il bene del mondo,
ma se non ti adoperi per farne almeno un po'
è come se pensassi il male,
e la tua vita non vale nulla.
Il valore della tua vita si misurerà
quando starai per perderla;
se lascerai il mondo un pochino migliore di come l'hai trovato
...allora sarà grande.
...Sai vivere quando...
pur vivendo in questo mondo complicato resti semplice,
pur vivendo in questo mondo ingiusto resti giusto,
pur vivendo in questo mondo disonesto resti onesto,
pur vivendo in questo mondo falso resti autentico,
pur vivendo in questo mondo sporco resti pulito.
Ma soprattutto, sai vivere quando
pur vivendo in questo mondo con poco amore riesci ad amare
ma ancor di più sai vivere
se, nonostante tutto, amerai lo stesso questo mondo.
    Omar Falworth
                                                         
Dedica speciale per i miei figli  " Grazie per il valore che avete dato alla mia vita"
                                      

giovedì 11 ottobre 2012

LA TERRA

Ci piace camminare
a piedi nudi per la terra,
per la molle, fumante, cara terra.
E dove? In Abissinia?
O piuttosto in Sicilia?
A Cuba? O nel deserto?
Nei pressi di Rjazàn?
Siamo uomini.
Ci piace camminare per la terra.
in noi le sue correnti scorrono come brividi.

Ma, come isolatori, da essa ci dividono
gli asfalti e i selciati e le automobili...
In città si dimentica l'odore della terra.
E a un tratto sorridiamo: tra i blocchi di cemento
un alberello verde
            zampilla
                                        come un geyser!...

Io sogno una terra senza trinceee né catene,
senza funo di scoppi,
                               ricca di telescopi,
di tigli, di eucalipti, di iridi-pavoni,
di ascensori pazzi
di scrosci di alluminio!
Mondo di mari e donne, di treni incontro a noi-
florido,
           sbuffante,
                          mirabilmente umano!

L'ospite terrestre che sbarcherà sulla Marte
trarrà con un sorriso un pugnetto di terre-
un pugnetto dell'ardente,
dolcissima, amarognola
madre-terra
che rotola lontano.

                            Andrej Voznesenkij

martedì 2 ottobre 2012

Ho liberato un aquilone

Ho liberato un aquilone

Ho liberato un aquilone
aveva sulle ali i miei
sogni infantili.

Li ho visti sciogliersi
in una clessidra,
odoravano di pane,
vaniglia e zucchero
filato, cantavano ancora
conte e girotondi
di fratellanza.

Ho liberato un aquilone
e nel vento ho ritrovato
i voli interrotti da stormi
alla deriva… confini
invalicabili avevano deviato,
per correnti contrarie.

Ho liberato un aquilone
avevo con me la luce
della speranza, ha risvegliato
il mio bambino dormiente
nel suo caleidoscopio
puntato verso il cielo.

Ho liberato un aquilone
dentro la pagina di un libro ,
avevo scritto con te:
oltre il silenzio c’è
solo l’eternità.

(Angela)