Con un fare tranquillo
mi chiese se ero sua.
Non gli risposi con le labbra
ma risposi con gli occhi.
Ed egli m'innalzò
sopra il brusìo dei mortali,
rapido come un cocchio
che dilegua in un turbine di ruote.
Il mondo si staccò sotto di noi
come la terra sotto ai piedi
di chi si affaccia da un pallone
sulle vie dell'ètere.
L'abisso dietro a noi non esisteva,
c'erano i nuovi continenti.
Era l'eternità
prima della sua ora.
Per noi non più stagioni,
non v'era più la notte nè il meriggio.
Si fermò il sole su quell'orizzonte
e lo fissò per sempre nell'aurora.
Accadde
Nessun commento:
Posta un commento