lunedì 14 febbraio 2011

Andare lenti

Bisogna essere lenti come un vecchio treno di campagna e di contadine vestite di nero, come chi va a piedi e vede aprirsi magicamente il mondo perchè l'andare a piedi è sfogliare un libro e invece correre è guardarne solo la copertina.
Bisogna essere lenti, amare le soste per guardare il cammino fatto, sentire la stanchezza comquistare come una malinconia le membra, invidiare l'anarchia dolce di chi inventa di momento in momento la strada.
Bisogna imparare a star da sè e aspettare in silenzio, ogni tanto esser felici di avere in tasca soltanto le mani.
Andare lenti è rispettare il tempo, abitare con poche cose di grande valore, con noia e nostalgia, con desideri immensi sigillati nel cuore e pronti ad esplodere oppure puntati verso il cielo perchè stretti da mille interdetti.
Andare lenti è ruminare, imitare lo sguardo infinito dei buoi, l'attesa paziente dei cani, sapersi riempire la giornata con un tramonto, pane e olio.
Andare lenti vuol dire avere un grande armadio di sogni, con grandi racconti per piccoli viaggiatori...
andare lenti è il flosofare di tutti,vivere ad un'altra velocità,più vicini agli inizi e alle fini, laddove si fa l'esperienza grande del mondo...
andare lenti significa poter scendere senza farsi male, non annegarsi nelle emozioni industriali, ma essere fedeli a tutti i sensi, assaggiare con il corpo la terra che attraversiamo...
andare lenti vuol dire ringraziare il mondo, farsene riempire...
(liberamente tratto da Pensiero meridiano di Franco Cassano)

1 commento:

  1. Molto bello questo brano, credo che andare piano permette di cogliere davvero tante di quelle cose che sfuggono alla quotidiana frenesia.
    Buona giornata, con amicizia, Vito

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