Distrattamente stasera conto i passi e con la testa bassa osservo:
un piede che avanza lentamente,
poi l’altro che lo sostituisce,
in un dove che non so e che non guardo.
Probabilmente è malinconia,
come stanca voglia di appartarmi.
Tempo fa l’avrei chiamata introspezione,
ma è più un azzeramento circoscritto,
un silenzio che esclude ricezione.
Sembra un’interruzione temporanea,
lo spazio che intercorre tra due note
dove la prima me la son scordata
e la seconda…
son quasi certo che non verrà suonata.
Ed è qui che tutto si ferma,
che tutto si fonde nel presente.
Ogni passo contiene la mia vita,
ogni respiro sintetizza storie,
anni, incontri…
emergono racconti.
Per un attimo sono davvero vivo,
non sono solo somma di episodi.
Per una frazione infinitesima di vita,sono quel che sono…
e il tempo se n’è andato.
Abner Rossi
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