lunedì 17 ottobre 2016

''L' ULIVO URLATORE'' nelle terra degli alberi antropomorfi, l' APULIA SALENTINA!



Giuggianello (Lecce), contrada Polisano, ai piedi della mitologica "Collina dei Fanciulli e delle Ninfe", là dove scrisse l'autore greco Nicandro di Colofone, nel II sec. a.C., riportando antiche leggende ausonico-apulo-messapiche, che dei fanciulli si trasformarono in alberi, per volere delle indispettite ninfe, "nel luogo stesso in cui stavano, presso il loro santuario delle ninfe, presso le cosiddette 'Rocce Sacre' ", mastodontiche rocce, lì ancora ammirabili.
 
"E ancora oggi, la notte, -scrisse Nicandro-, si sente uscire dai tronchi una voce, come di gente che geme; e il luogo viene chiamato 'Delle Ninfe e dei Fanciulli' ".

"Si favoleggiava, -racconta l'antico greco autore- che nel paese dei Messapi fossero apparse un giorno delle ninfe che danzavano, e che i figli dei Messapi, abbandonate le loro greggi per andare a guardare, avessero detto che essi sapevano danzare meglio. Queste parole punsero sul vivo le ninfe e si fece una gara per stabilire chi sapesse meglio danzare. I fanciulli, non rendendosi conto di gareggiare con esseri divini, danzarono come se stessero misurandosi con delle coetanee di stirpe mortale; e il loro modo di danzare era quello, rozzo, proprio dei pastori; quello delle ninfe, invece, fu di una bellezza suprema. Esse trionfarono dunque sui fanciulli nella danza e rivolte ad essi dissero: 'Giovani dissennati, avete voluto gareggiare con le ninfe e ora che siete stati vinti ne pagherete il fio' ".

Il poetico mito di metamorfosi raccontato da Nicandro, incrociato forse con altre leggende sempre di matrice messapica, viene raccontato in una versione leggermente diversa, alcuni decenni dopo, da Ovidio, classico sommo scrittore latino, “il più grande poeta latino dell’amore”, che vi identifica quegli alberi con la specie dell' olivastro, l'ulivo selvatico, una delle più tipiche essenze forestali della macchia mediterranea salentina, sul quale si innestano le locali cultivar dell' olivo domestico, i cui alberi assumono nel Salento monumentali suggestive forme, talvolta proprio con tratti antropomorfi leggibili nella conformazione degli annosi tronchi, come nel meraviglioso suggestivo caso che qui ho documentato in questa foto scattata il 23 giugno 2010;
REGIA dello scatto: Oreste Caroppo.

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