venerdì 10 maggio 2024
martedì 7 maggio 2024
Gli amanti invisibili
Si baciano senza toccarsi
Si osservano senza guardarsi
Hanno come casa
Un cuore fatto di marzapane
Dolce
Tenero
Ma che si può spezzare.
Gli amanti invisibili
Vivono una vita
Storta
Ma nessuno
La può raddrizzare
La colorano
Dei loro sorrisi
La portano a spasso
Senza guinzaglio
La disegnano
Ogni giorno
Loro si amano
Tutto il giorno
Ricchi di giochi
E sentimenti.
Un orologio
Dalle lancette liquide
Batte il loro tempo
Tempo speziato
Odori lontani
Di terre sconosciute
Deserti e sabbie
Dipinte su oasi
D’amore
Miraggi
Dove tutto
È possibile
Anche l’amore
Senza gioielli.
Anna Giacomazzo Mugler
giovedì 2 maggio 2024
Monoku commentato da Antonio Sacco
s’alza la vita sulle ali del vento lieve farfalla
Un monoku, questo, dove i tre segmenti fonetici sono così ben strutturati che questo haiku monoverso potrebbe essere addirittura adattato e fruito come cirku: uno haiku circolare. Lo si potrebbe leggere, in altre parole, dall’inizio di ciascun segmento fonetico in forma circolare sia partendo dal primo “s’alza la vita” che da quello centrale “sulle ali del vento” oppure dal terzo “lieve farfalla”. Uno haiku monoverso con le caratteristiche di un buon cirku che testimonia la buona riuscita del monoku stesso. (Antonio Sacco )
lunedì 29 aprile 2024
Un amore
In un attimo
rivedo la mia vita
da tempo immobile
sotto la finestra
verso il mare
che continua
a cantare per me.
Nel mio cuore
l’infinito:
stringo un sole caldo
tra le braccia
e ti sento dentro di me.
Presto non potremo
più ricordare
questo nostro
lungo giorno
di primavera.
Il mio sguardo
si perde lassù
fra le piccole stelle
dove la notte
porta via
un fiume di parole.
Angela Baldi
domenica 21 aprile 2024
Ti auguro di vivere
senza marca, senza etichetta,
senza distinzione,
senza altro nome
che quello di uomo.
Ti auguro di vivere
senza rendere nesuno tua vittima.
Ti auguro di vivere
senza sospettare o condannare
nemmeno a fior di labbra.
Ti auguro di vivere in un mondo
dove ognuno abbia il diritto
di diventare tuo fratello
e farsi tuo prossimo.
(Jean Debruynne)
mercoledì 17 aprile 2024
I figli sono come gli aquiloni
I figli sono come gli aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
fino a restare tutti e due senza fiato…
Come gli aquiloni, essi finiscono a terra…
e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.
Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri
che presto impareranno a volare.
Infine sono in aria:
gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne.
E a ogni metro di corda
che sfugge dalla tua mano
il cuore ti si riempie di gioia
e di tristezza insieme.
Giorno dopo giorno
l’aquilone si allontana sempre più
e tu senti che non passerà molto tempo
prima che quella bella creatura
spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia,
Allora soltanto saprai
Di avere assolto il tuo compito.
Erma Bombeck
domenica 14 aprile 2024
Quando tutto si ferma
Distrattamente stasera conto i passi e con la testa bassa osservo:
un piede che avanza lentamente,
poi l’altro che lo sostituisce,
in un dove che non so e che non guardo.
Probabilmente è malinconia,
come stanca voglia di appartarmi.
Tempo fa l’avrei chiamata introspezione,
ma è più un azzeramento circoscritto,
un silenzio che esclude ricezione.
Sembra un’interruzione temporanea,
lo spazio che intercorre tra due note
dove la prima me la son scordata
e la seconda…
son quasi certo che non verrà suonata.
Ed è qui che tutto si ferma,
che tutto si fonde nel presente.
Ogni passo contiene la mia vita,
ogni respiro sintetizza storie,
anni, incontri…
emergono racconti.
Per un attimo sono davvero vivo,
non sono solo somma di episodi.
Per una frazione infinitesima di vita,sono quel che sono…
e il tempo se n’è andato.
Abner Rossi
sabato 6 aprile 2024
Pedro Salinas
Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.
Di starmi accanto
ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo
di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina
a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
Che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell'anima lontana,
eterna presenza.
PEDRO SALINAS, La voce a te dovuta (Torino, Einaudi 1979)
Il vero amore
“Il vero amore è qualcosa che riguarda le anime, non i corpi. Per questo gli affetti che dipendono dalla forma fisica sono transitori: compaiono delle rughe, qualche chilo in più o in meno e già non c'è più affetto... Questo non è amore, questa è un'attrazione magnetica passeggera, basata sull'esteriorità, senza nessuna profondità, né forza. Per il vero amore non esistono statura, né età, né apparenza, è un contatto da anima ad anima, significa amare l'energia che emana dall'altro, perché questa energia è il riassunto di tutto ciò che quella persona è internamente. Per questo tipo di sentimento non esistono le distanze, né il tempo: questo amore non si estingue nemmeno con la morte.”
Enrique Barrios
sabato 30 marzo 2024
RUMI SHAMZ
Possano le mie azioni superare il mio oro e la compassione essere la mia vera ricchezza. "
Il registro dell'eternità:
Nella vivace città di Al-Madinah, viveva un ricco mercante di nome Xavier. I suoi forzieri straripavano d'oro, e le sue sete erano invidiate dal mercato. Eppure, nonostante le sue ricchezze, Xavier portava un cuore pesante.
Egli aveva udito i sussurri dei saggi, quelli che parlavano dell'altra vita, di azioni che sarebbero state pesate sulla bilancia dell'eternità. Xavier rifletteva sulle loro parole mentre contava le sue monete, chiedendosi se la sua ricchezza sarebbe stata sufficiente quando l'ultimo libro mastro sarebbe stato aperto.
Un giorno, mentre il sole si immergeva sotto l'orizzonte, gettando un caldo bagliore sui minareti, Xavier incontrò un mendicante. Gli occhi dell'uomo contenevano una fame che trascendeva il mero cibo; era la fame di un'anima che desiderava gentilezza, compassione.
Xavier ha esitato. La sua ricchezza era immensa, ma il suo cuore era diviso. Dovrebbe dare della sua abbondanza? O dovrebbe accumulare, costruendo grandi ville e acquisendo gioielli rari?
Il mendicante tese una mano tremante, e Xavier fece la sua scelta. Ha messo la mano nella sua borsa e ha estratto una sola moneta d'oro. Era una piccola offerta, ma conteneva dentro di sé il peso dell'intenzione: il desiderio di alleviare la sofferenza altrui.
Mentre gli occhi del mendicante si allargavano in gratitudine, Xavier sentì un calore diffondersi nel suo petto. Era un calore che nessuna vestaglia di seta o corona in gioiello poteva dare. Perché in quel momento, intravedeva la vera moneta dell'universo, la moneta della compassione, dell'altruismo.
I giorni si trasformarono in settimane, e Xavier continuò i suoi atti di gentilezza. Egli nutriva gli affamati, vestiva i poveri e proteggeva gli stanchi. La sua ricchezza è diminuita, ma il suo cuore si è espanso. Ogni moneta regalata sembrava un deposito nel libro mastro dell'eternità.
Quando l'ultimo respiro di Xavier si avvicinò, si sdraiava sul letto di morte, circondato da persone care. I suoi occhi tremolavano verso la finestra, dove i minareti stavano in piedi contro il cielo che sbiadisce. La bilancia dell'eternità lo aspettava.
Mentre la sua anima se ne andava, Xavier si chiedeva: la sua ricchezza lo avrebbe accompagnato? O rimarrebbe indietro, una mera eco nei corridoi del tempo?
E poi lo vide: il libro mastro, vasto e luminoso. Gli angeli registravano ogni azione, ogni bontà, ogni sacrificio. Le monete d'oro che aveva regalato brillavano più di qualsiasi gemma. Erano le chiavi di un tesoro celeste.
Xavier sorrise. La sua ricchezza era servita al suo scopo. Era diventato un ponte verso l'aldilà, un'eredità impressa negli annali dell'eternità. E mentre entrava nel regno oltre, sussurrò una preghiera:
"Possano le mie azioni superare il mio oro, e la compassione essere la mia vera ricchezza. "