sabato 14 ottobre 2017

“In questa notte d’autunno”



“In questa notte d'autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.
dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.
Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini”
(Nazim Hikmet )

(Nikifòros Vrettàkos - "Lectio Magistralis", in: "La filosofia dei fiori", 1988)


"Se mi vedessero stare in piedi
immobile, in mezzo
ai miei fiori, come
in questo istante,
penserebbero che
sto tenendo loro una lezione. Invece
sono io che ascolto
e loro che parlano.

Lì, in mezzo a loro,
mi insegnano la luce"

lunedì 9 ottobre 2017

Fernando Pessoa

“Vieni, Notte antichissima e identica,
Notte internamente uguale al silenzio,
Notte
con le stelle, lustrini rapidi
sul tuo vestito frangiato di Infinito.

Vieni e cullaci,
vieni e consolaci,
baciaci silenziosamente sulla fronte,
cosi lievemente sulla fronte che non ci accorgiamo d'essere baciati
se non per una differenza nell'anima.
Vieni, Notte silenziosa ed estatica,
avvolgi nel tuo mantello leggero
il mio cuore… Serenamente, come una brezza nella sera lenta,
tranquillamente, come un gesto materno che rassicura,
con le stelle che brillano polvere di oro sui tuoi capelli neri,
e la luna calante, maschera misteriosa sul tuo volto.
Tutti i suoni suonano in un altro modo quando tu giungi
Quando tu entri ogni voce si abbassa
Nessuno ti vede entrare
Nessuno si accorge di quando sei entrata,
se non all'improvviso, nel vedere che tutto si raccoglie,
che tutto perde i contorni e i colori,
e che nel cielo alto, ancora chiaramente azzurro e bianco all'orizzonte,
già falce nitida, o circolo giallastro, o mero diffuso biancore, la luna comincia il suo giorno”

(Fernando Pessoa – “Ode alla notte”)





giovedì 5 ottobre 2017

IO NON TI CHIEDO.





Io non ti chiedo di portarmi
una stella celeste,
solo ti chiedo di riempire
il mio spazio con la tua luce.
Io non ti chiedo di firmarmi
dieci fogli grigi per poter amare,
solo chiedo che tu ami
le colombe che amo osservare.
Dal passato non lo nego
ci arriverà un giorno il futuro
e del presente
cosa importa alla gente
se non fanno altro che parlare.
Io non ti chiedo.
Segui quest'attimo colmandolo di motivi per respirare, non concederti, non negarti
non parlare solo per parlare.
Io non ti chiedo di andarmi a prendere
una stella celeste
solo chiedo che il mio spazio
sia pieno della tua luce.
§ Mario Benedetti. §

sabato 30 settembre 2017

(I sogni dei ciechi- FB)



Intere generazioni
sono state rinchiuse
dietro sbarre
e dentro gabbie
di oppressione
e rifiuto.
Anche la mia,
e abbiamo contestato
fatto la voce grossa
cantato in coro
usato la veemente forza
della nostra non violenza.
E col tempo,
solo molto dopo,
siamo riusciti
ad abbattere quelle sbarre
e ad uscire fuori da quelle gabbie
ma in silenzio
e non, come avevamo creduto,
tutti insieme,
ma ad uno ad uno…
e non ci siamo accorti
che per qualcuno
forse troppi
le sbarre le avevano soltanto
spostate un po’ più in là…

venerdì 22 settembre 2017

E' proibito





È proibito piangere senza imparare,
svegliarti la mattina senza sapere che fare
avere paura dei tuoi ricordi.
È proibito non sorridere ai problemi,
non lottare per quello in cui credi
e desistere, per paura.
Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realtà.
È proibito non mostrare il tuo amore,
fare pagare agli altri i tuoi malumori.
È proibito abbandonare i tuoi amici,
non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto
e chiamarli solo quando ne hai bisogno.
È proibito non essere te stesso davanti alla gente,
fingere davanti alle persone che non ti interessano,
essere gentile solo con chi si ricorda di te,
dimenticare tutti coloro che ti amano.
È proibito non fare le cose per te stesso,
avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.
È proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire,
dimenticare i suoi occhi e le sue risate
solo perchè le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.
Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.
È proibito non cercare di comprendere le persone,
pensare che le loro vite valgono meno della tua,
non credere che ciascuno tiene il proprio cammino
nelle sue mani.
È proibito non creare la tua storia,
non avere neanche un momento
per la gente che ha bisogno di te,
non comprendere che ciò che la vita ti dona,
allo stesso modo te lo può togliere.
È proibito non cercare la tua felicità,
non vivere la tua vita pensando positivo,
non pensare che possiamo solo migliorare,
non sentire che, senza di te,
questo mondo non sarebbe lo stesso.
Alfredo Cuervo Barrero

Darei valore alle cose non per quello che valgono ma per quello che significano.



Darei valore alle cose non per quello che valgono
ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più.
So che per ogni minuto che chiudiamo gli occhi
perdiamo 60 secondi di luce di cioccolata.
Se Dio mi concedesse un brandello di vita,
vestito con abiti semplici, mi sdraierei, al sole
e lascerei a nudo non solo il mio corpo
ma anche la mia anima.
Dio mio, se avessi cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio
e aspetterei che si alzasse il sole.
Dipingerei le stelle con un sogno di Van Gogh.
con un poema di Benedetti, una canzone di Serrat
sarebbe la mia serenata alla luna.
Bagnerei con le mie lacrime le rose
per sentire il dolore delle spine
ed il bacio vermiglio dei petali.
Dio mio, se io avessi ancora un brandello di vita
non lascerei passare un solo giorno
senza dire alla gente che io amo, io amo la gente.
Convincerei ogni uomo ed ogni donna
che sono i miei favoriti
e vivrei innamorato dell’amore.
E dimostrerei agli uomini quanto sbagliano
quando pensano di smettere di innamorarsi
quando invecchiano senza sapere che invecchiano
quando smettono di innamorarsi.
Darei ad ogni bambino le ali
ma lo lascerei imparare, da solo, a volare.

Ai vecchi insegnerei che la morte
non arriva con la vecchiaia ma con l’oblio.
Ho imparato molte cose da voi, dagli uomini…
Ho imparato che tutti, al mondo,
vogliono vivere in cima alla montagna
senza sapere che la vera felicità
sta in come si sale la china.
Ho imparato che quando un neonato afferra,
per la prima volta, con il suo piccolo pugno,
il dito di suo padre, lo terrà prigioniero per sempre.
Ho imparato che un uomo
ha diritto di guardare un’altro uomo
dall’alto verso il basso solo quando lo aiuta a rialzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi
ma non mi serviranno davvero più a molto
perchè quando guarderanno in questa mia valigia,
infelicemente io starò morendo.

§ Gabriel Garcia Marquez. §

lunedì 18 settembre 2017

Kahlil Gibran - Anima




Il vostro cuore conosce nel silenzio i segreti dei giorni e delle notti.
Ma il v...ostro orecchio brama il suono della conoscenza che il cuore ha.
Vorreste sapere con le parole ciò che da sempre conoscete nel pensiero.
Vorreste toccare con le dita il corpo nudo dei vostri sogni.
Ed è bene sia così.
La nascosta sorgente dell'anima dovrà pur sgorgare e correre mormorando al mare;
E il tesoro dell'infinita vostra profondità dovrà pur rivelarsi al vostro sguardo.
Ma non vi siano bilance a pesare questo tesoro ignoto;
Né sondate le profondità della conoscenza in voi con asta o scandaglio.
Poiché il vostro io è infinito e sconfinato mare.
Non dite, " Ho trovato la verità", ma piuttosto " Ho trovato una verità".
Nè dite, "Ho trovato il sentiero dell'anima." Dite invece, " Ho incontrato l'anima che avanzava su ogni sentiero".
L'anima non cammina su di una linea, e nemmeno cresce come una canna.
L'anima si apre come fior di loto dagli innumerevoli petali.


venerdì 15 settembre 2017

Filo Spinato



Su un acceso rosso tramonto,
Sotto gli ippocastani fioriti,
Nel piazzale giallo di sabbia ,
Ieri i giorni sono tutti uguali,
Belli come gli alberi fioriti,
E' il mondo che sorride,
E io vorrei volare ma dove?
Un filo spinato impedisce che 
qui dentro sbocciano i fiori,
Non posso volare,
Non voglio morire

( scritto da Peter bambino ucciso nel ghetto di Terezin)

PERCHE' RESTARE.


Chi sia stato il primo, non
è certo. Lo seguì un secondo. Un terzo.
Poi, uno dopo l'altro, tutti
han preso la stessa via.
Ora non c'è più nessuno.
La mia
casa è la sola
abitata.
Son vecchio
Che cosa mi trattengo a fare,
quassù, dove tra breve forse
nemmeno ci sarò più io
a farmi compagnia?
Meglio - lo so - è ch'io vada
prima che me ne vada anch'io.
Eppure, non mi risolvo. Resto.
Mi lega l'erba. Il bosco.
Il fiume. Anche se il fiume è appena
un rumore ed un fresco
dietro le foglie.
La sera
siedo su questo sasso, e aspetto.
Aspetto non so che cosa, ma aspetto.
Il sonno. La morte direi, se anch'essa
da un pezzo - già non se ne fosse andata
da questi luoghi.
Aspetto
e ascolto.
(L'acqua,
da quanti milioni d'anni, l'acqua,
ha questo suo stesso suono
sulle sue pietre?)
Mi sento
perso nel tempo.
Fuori
del tempo, forse.
Ma sono
con me stesso. Non voglio
lasciare me stesso uscire
da me stesso come,
dal sotterraneo
il grillotalpa in cerca
d'altro buio.
Il trifoglio
della cìttà è troppo
fitto. lo son già cieco.
Ma qui vedo. Parlo.
Qui dialogo. lo
qui mi rispondo e ho il mio
interlocutore. Non voglio
murarlo nel silenzio sordo
d'un frastuono senz'ombra
d'anima. Di parole
senza più anima.

§ Giorgio Caproni. §

martedì 5 settembre 2017

N. Qabbani




Io non ho detto loro di te
ma essi videro che ti lavavi nelle mie pupille,
io non ho parlato loro di te
ma essi ti hanno letto nel mio inchiostro e nei miei fogli.

N. Qabbani


mercoledì 30 agosto 2017

Un racconto buddista ci insegna che per essere felici dobbiamo imparare a ignorare molte persone


I rapporti interpersonali sono una fonte enorme di soddisfazione e felicità, ma sono anche la principale causa d’insoddisfazione e infelicità. Non dovremmo sorprenderci dal momento che tutti i fenomeni e le situazioni hanno due facce, di solito contrapposte. Quindi, una delle chiavi per la felicità consiste nell’imparare a ignorare parole, atteggiamenti e comportamenti di molte persone.
Infatti, ci sono momenti in cui ignorare è una questione di salute mentale, perché ci sono atteggiamenti che possono destabilizzarci oppure ostacolarci al punto di impedirci di andare avanti e raggiungere il nostro potenziale. Renderci conto che stiamo alimentando rapporti tossici, nei quali noi stessi siamo le principali vittime, è il primo passo per liberarci dalla rete in cui siamo caduti.

Ignorare è un'arte

Si dice che una volta, un uomo si avvicinò a Buddha e, senza dire una parola, gli sputò in faccia. I suoi discepoli si arrabbiarono.

Ananda, il discepolo più vicino, chiese a Buddha:

- Dammi il permesso di dare a quest’uomo ciò che merita!

Buddha si asciugò con calma e rispose ad Ananda:

- No. Io parlerò con lui.

E unendo i palmi delle mani in segno di riverenza, disse all'uomo:

- Grazie. Con il tuo gesto mi hai permesso di vedere che la rabbia mi ha abbandonato. Ti sono estremamente grato. Il tuo gesto ha anche dimostrato che Ananda e gli altri discepoli possono essere ancora assaliti dalla rabbia. Grazie! Ti siamo molto grati!

Ovviamente, l'uomo non credette a ciò che udì, si sentì commosso e angosciato.

Questo racconto ci mostra che cosa significa esattamente ignorare, una parola che spesso ha un significato negativo e può farci sentire "cattive persone" per ignorare gli altri.
Ignorare significa semplicemente non permettere che parole, atteggiamenti e comportamenti dannosi di altri possano intaccare il nostro equilibrio interiore. Non è necessario ricorrere alla violenza velata o all’aggressività, è sufficiente creare un involucro protettivo intorno a noi.

Si tratta di imparare a ignorare certe persone in certi momenti, e non è neppure necessario allontanarsi da loro, perché, dopo tutto, tutti abbiamo luci e ombre. Ignorare non è una forma di vendetta o un modo per far sentire inferiore l’altro, è solo un modo per proteggerci.


3 Situazioni che devi imparare a ignorare

1. Le critiche distruttive. Quando le critiche non sono destinate ad aiutarci a migliorare, ma solo a scoraggiarci e farci sentire inferiori, le dovremmo ignorare. Non lasciare che gli altri ti giudichino senza essersi prima messi nei tuoi panni, e non permettere che le loro critiche ti danneggino.

2. Le cattive azioni. Se una persona si comporta male con te non permettere che il suo comportamento alteri il tuo equilibrio psicologico, perché allora avrà raggiunto il suo obiettivo. Ricorda che può danneggiarti solo ciò a cui permetti di farlo. Se noti una cattiva azione, rivedi le tue aspettative relative a quella persona e vai avanti.

3. Le manipolazioni. Alcune persone cercheranno di controllarti attraverso la manipolazione emotiva. È importante che tu ne sia consapevole e impari a evitare i commenti che fanno leva sul tuo senso di responsabilità, il senso di colpa o anche l’affetto, per farti prendere decisioni che altrimenti non avresti preso. Quando impari a ignorare tali commenti diventi veramente libero di decidere ogni passo nella tua vita.

Costruisci il tuo scudo con la "Accettazione Radicale"

Siamo così abituati a reagire che ci arrabbiamo spontaneamente quando qualcuno si comporta male, o ci rattristiamo quando veniamo criticati. In realtà, queste reazioni sono normali, non dobbiamo pretendere di essere come il Buddha della storia, il problema è quando durano più a lungo di quanto dovrebbero e finiscono per danneggiarci.

Imparare a ignorare è un processo che richiede molta preparazione e un profondo cambiamento di atteggiamento. Anche se può sembrare un controsenso, ignorare efficacemente non significa chiudersi in sé, ma tutto il contrario: aprirsi completamente al mondo. Una tecnica molto semplice e potente per farlo è "l'accettazione radicale".

Questa tecnica fa parte della Terapia Dialettico-Comportamentale, sviluppata dalla psicologa Marsha M. Linehan dell'Università di Washington, e si concentra nella regolazione emozionale potenziando abilità come la tolleranza all’angoscia e la piena coscienza, quindi affonda le sue radici nella filosofia buddista.

Accettazione Radicale significa accettare completamente qualcosa, senza giudicare. In pratica, molte delle cose che dicono o fanno gli altri ci danno fastidio perché non corrispondono alle nostre aspettative, in qualche modo rifiutiamo di accettare quelle parole, atteggiamenti o comportamenti. Questo rifiuto è la fiamma che alimenta la frustrazione, il risentimento, l'odio o la tristezza.

Quando si pratica l'accettazione radicale si assume semplicemente ciò che è accaduto, senza entrare in giudizi di valore. Assumendo una distanza psicologica si crea uno scudo intorno a noi che ci offre la possibilità di reagire a questa situazione così da non esserne emotivamente danneggiati.


Fonte:
Robins, C. J. et. Al. (2004) Dialectical behavior therapy: Synthesizing radical acceptance with skillful means. En Mindfulness and acceptance: Expanding the cognitive-behavioral tradition (30-44). Nueva York: Gilford Press.

giovedì 24 agosto 2017

Sono partiti tutti.



Sono partiti tutti.
Hanno spento la luce,
chiuso la porta, e tutti
(tutti) se ne sono andati
uno dopo l’altro.
Soli,
sono rimasti gli alberi
e il ponte, l’acqua
che canta ancora, e i tavoli
della locanda ancora
ingombri – il deserto,
la lampadina a carbone
lasciata accesa nel sole
sopra il deserto.
E io,
io allora, qui,
io cosa rimango a fare,
qui dove perfino Dio
se n’è andato di chiesa,
dove perfino il guardiano
del camposanto (uno
dei compagnoni più gai
e savi) ha abbandonato
il cancello, e ormai
- di tanti – non c’è più nessuno
col quale amorosamente
poter altercare?

Giorgio Caproni

domenica 20 agosto 2017

.....





E nel profondo
silenzio 
ascolto
la mia anima 
cerco
l'essenza 
di quel divino 
che colma 
l'universo 
di luce.
(Angela)

sabato 5 agosto 2017

LA TUA ASSENZA...


(foto di Fatima)
La tua assenza
giunge sempre a testa bassa
vaga come al solito per le stanze
prima di chiedere la cena e il caffè
si accerta che i piccoli siano dentro di me
e il perdono
dietro le mie orecchie
poi si affaccia al balcone
e caccia gli angeli che si sono accalcati dietro le finestre
ogni volta
solleva il soffitto di qualche centimetro
e non fa nulla.
Ho forse detto che viene a testa bassa?
Forse ho esagerato un po’
la tua assenza non viene
è qui.

§ Fatima Na’ut. (Egitto). §

lunedì 17 luglio 2017

Nazim Hikmet




In questa stagione calda penso a te
la tua nudità il tuo collo il tuo polso
il tuo piede sdraiato sul divano
come una rondine bianca
quello che mi dicevi

in questa stagione calda penso a te
non so che cosa penso di più
quello che vedevo con gli occhi
il tuo collo il tuo polso il tuo piede nudo
oppure quello che mi dicevi
donandoti a me

in questo calore giallo penso a te
in questo calore giallo in una stanza d’albergo
pensando a te
mi spoglio della mia solitudine
della mia solitudine che somiglia alla morte.



domenica 16 luglio 2017

Spogliati


 


Spogliati tutta,
mostrami serena
le rughe
le piaghe,
non temere
sono come te
ferito
spaventato dalla vita.
Strappa con rabbia
i veli orientali adornanti
quelle maschere di ghiaccio
che occultano lividi,
mostrati fiera
nei tuoi lineamenti.
Quando sarai spoglia,
come un albero d’autunno
e solo quando sarai nuda
indifesa come un neonato,
ti mostrerò le mie ricchezze
custodite in un forziere
di vetro sottile.
Ti donerò sincero
la mia fragilità
le mie insicurezze
le paure ancestrali
le impurità nascoste,
ti porgerò poi,
in un vassoio
di rose bianche,
la verginità della mia anima
 
Ernesto Guevara de la Serna

lunedì 10 luglio 2017

UN GIORNO SCOPRI





Un giorno ti svegli e scopri,
che la tua vita non è più come prima,
le tue certezze non sono più le stesse,
stai diventando un’entità diversa
e non accetti più tutte le cose, come consuetudini.
Scopri che le tue abitudini,
scandiscono tutto quello che fai,
rendendoti un automa,
non sono così vere.
Chi ti è vicino e pensavi di amare,
ora ti sembra un estraneo che non conosci
e riempiva i tuoi vuoti, per paura di restare solo.
Ma un giorno scopri che tu sei vivo
e difronte a te c’è la tua vita
e quella ti sta dando una nuova aspettativa
di amarti e amare.
§ Horion Enky. §

° Fotografia © Werner Bishof. °

giovedì 6 luglio 2017

LE MIE MANI....



Le mie mani
aprono la cortina del tuo essere
ti vestono con altra nudità
scoprono i corpi del tuo corpo
le mie mani
inventano un altro corpo al tuo corpo.

§ Octavio Paz. §

venerdì 23 giugno 2017

Ahmed Al-Shahawi








Che cos'è l'inferno? - chiesi.

Amare
Senza eco,

Chiedere
Senza una risposta,

Scrivere
Senza avere lettori,

Dormire
Senza che nessuno riempia i tuoi sogni,

Fare voti
Senza che ci siano dei,

Avere una chiave
E non avere casa,

Aprire la mano
E non trovare una donna che la legga.

Ahmed Al-Shahawi

lunedì 19 giugno 2017

Stringiti a me








Stringiti a me,

abbandonati a me,
sicura.
Io non ti mancherò
e tu non mi mancherai.
Troveremo,
troveremo la verità segreta
su cui il nostro amore
potrà riposare per sempre,
immutabile.
Non ti chiudere a me,
non soffrire sola,
non nascondermi il tuo tormento!

Parlami,
quando il cuore
ti si gonfia di pena.
Lasciami sperare
che io potrei consolarti.
Nulla sia taciuto fra noi
e nulla sia celato.
Oso ricordarti un patto
che tu medesima hai posto.
Parlami
e ti risponderò
sempre senza mentire.

Lascia che io ti aiuti,
poiché da te
mi viene tanto bene!

~Gabriele D’annunzio

venerdì 16 giugno 2017

CH'IO SAPPIA PERDERMI PER RITROVARMI...



Io voglio amare, amar perdutamente!
Amar sol per amare, qui… altrove…
Più Questo e Quello, l’altro e tutto il mondo…
Amare! Amare! E non amar nessuno!
Ricordare? Dimenticare? Indifferente!..
Prendere o lasciare? E’ bene? E’ male?
Chi dice che si può amar qualcuno
per la vita intera è perchè mente!
C’è una sola primavera in ogni vita:
E si deve cantar così fiorita,
Perchè la voce che Dio ci ha dato è per cantare!
E se un dì dovrò essere polvere, cenere e nulla,
Che la mia notte si trasformi in alba,
Ch’io sappia perdermi… per ritrovarmi…

§ Florbela Espanca. §

giovedì 15 giugno 2017

Luigi Pirandello






E l’amore guardò il tempo e rise,
perché sapeva di non averne bisogno.
Finse di morire per un giorno,
e di rifiorire alla sera,
senza leggi da rispettare.
Si addormentò in un angolo di cuore
per un tempo che non esisteva.
Fuggì senza allontanarsi,
ritornò senza essere partito,
il tempo moriva e lui restava.

§ Luigi Pirandello. §

domenica 11 giugno 2017

HO SENTITO IL SAGGIO INDIANO




Ho sentito il saggio Indiano
Dire che non c'è il tempo.
Ma credo nell'immagine non scolpita
Che il mio specchio mi mostra
Mentre vedo la faccia di mia madre
Emergere dai miei lineamenti che invecchiano,
E le palpebre pesanti di mia nonna
Mentre i miei occhi si fanno più piccoli.
C'è tempo
Perché siamo mortali. C'è
Morte perché siamo
Nulla. C'è amore
Perché siamo folli
E vogliamo essere felici per sempre.

love and politics-judith malina
a cura di Cristina Valenti
traduzione Alberto Masala
Il genio esiliato Nazin Hikmet

(Varna, 1951)

sabato 10 giugno 2017

Mario Benedetti

Di tanto in tanto la gioia
tira sassolini alla mia finestra
vuole avvisarmi che è lì che aspetta
ma io mi sento tranquillo
direi quasi in pace
conservo l’angoscia in un angolo nascosto
e poi mi stendo guardando il soffitto
che è una posizione sicura e confortevole
per filtrare cose nuove e crederci
chissà dove fermerò le mie prossime impronte
e quando la mia storia sarà conclusa
chissà quali consigli mi inventerò ancora
che scuse troverò per non seguirli.
E sia! non giocherò allo sfratto
non tatuerò il ricordo con l’oblio
resta ancora molto da dire e da tacere
e resta ancora molta uva da riempire la bocca
E sia! mi do per convinto
che la gioia non tiri più sassolini
aprirò la finestra
aprirò la finestra.


venerdì 9 giugno 2017

Vorrei essere ciò che ho voglia di essere.



Vorrei essere ciò
che ho voglia di essere
– dietro il sipario della follia:
mi occuperei dei fiori
per tutto il giorno;
dipingerei il dolore,
l’amore e la tenerezza,
riderei di tutto cuore
dell’idiozia degli altri
e tutti direbbero:
poverina, è matta.
(Soprattutto, riderei di me.)
Costruirei un mondo che,
finché vivessi,
andrebbe d’accordo
con tutti i mondi. […]

§ Frida Kahlo. §

venerdì 2 giugno 2017

Non lamentarti




Non incolpare nessuno,
non lamentarti mai di nessuno,
di niente,
perché in fondo Tu
hai fatto quello che volevi nella vita.
Accetta la difficoltà di costruire te stesso
ed il valore di cominciare a correggerti.
Il trionfo del vero uomo
proviene delle ceneri del suo errore.
Non lamentarti mai della tua solitudine
o della tua sorte, affrontala
con valore e accettala.
In un modo o in un altro è il risultato
delle tue azioni e la prova
che Tu sempre devi vincere.
Non amareggiarti del tuo fallimento
né attribuirlo agli altri.
Accettati adesso o
continuerai a giustificarti come un bimbo.
Ricordati che qualsiasi momento
è buono per cominciare e che nessuno é
così terribile per cedere.
Non dimenticare che la causa del tuo presente
é il tuo passato,
come la causa del tuo futuro sarà il tuo presente.
I tuoi problemi, senza alimentarli, moriranno.
Impara a nascere dal dolore e ad essere piú grande,
che è il più grande degli ostacoli.
Guarda te stesso allo specchio
e sarai libero e forte e finirai di essere
una marionetta delle circostanze,
perché tu stesso sei il tuo destino.
Alzati e guarda il sole nelle mattine
e respira la luce dell’alba.
Tu sei la parte della forza della tua vita.
Adesso svegliati,
combatti, cammina, deciditi e
trionferai nella vita;
Non pensare mai al destino,
perché il destino è il pretesto dei falliti.


(Pablo Neruda)

giovedì 1 giugno 2017

Picasso





Lo dico con orgoglio, non ho mai considerato la pittura come un'arte di puro intrattenimento e distrazione.Io volevo ,tramite il disegno e il colore che erano le mie armi, penetrare nella conoscenza degli uomini e del mondo,affinchè questa conoscenza ci rendesse ogni giorno più liberi...Sì sono consapevole di aver lottato con la mia pitura come un vero rivoluzionario!

L’utilità di un sasso





C’era una volta. in un inverno freddissimo, un uccellino che volava su un campo innevato.
Avendo le zampette piene di neve cercava un posto su cui appoggiarsi.
Dall’alto sembrava che tutto fosse ricoperto di neve.
Scendendo più in basso, però, si accorse che c’era una pietra che ne era priva.
Allora l’uccellino si avvicinò e chiese al sasso: “Scusami, sono infreddolito e ho le zampette piene di neve, posso poggiarmi su di te per qualche istante?”
Il sasso lo guardò e subito disse “Ma certo!”.
L’uccellino si posò, si asciugò le zampette e dopo qualche minuto riprese il viaggio.
Nel ripartire disse alla pietra: “Grazie, sei stato veramente gentile, eri l’unico su cui potevo poggiarmi. Ti sarò sempre debitore”.
Ma il sasso rispose: “Grazie a te! Ora non mi chiederò più che ci sto a fare”. (dal web)

martedì 30 maggio 2017

I ponti di Madison County





Non sono sicuro di averti dentro di me, né di essere dentro di te, e neppure di possederti replicò lui. E in ogni caso, non è al possesso che aspiro. Credo invece che siamo entrambi dentro un altro essere che abbiamo creato, e che si chiama “noi”.

L'abbraccio


domenica 28 maggio 2017




L’ultimo suono del tuo addio,
mi disse che non sapevo nulla
e che era giunto
il tempo necessario
di imparare i perché della materia.
Così, tra pietra e pietra,
seppi che sommare è unire
e che sottrarre ci lascia
soli e vuoti.
Che i colori riflettono
l’ingenua volontà dell’occhio.
Che i solfeggi e i sol
implorano la fame dell’udito.
Che le strade e la polvere
sono la ragione dei passi.
Che la strada più breve
fra due punti,
è il cerchio che li unisce
in un abbraccio sorpreso.
Che due più due
può essere un brano di Vivaldi.
Che i geni amabili
abitano le bottiglie del buon vino.
Con tutto questo già appreso
tornai a disfare l’eco del tuo addio,
e al suo posto palpitante a scrivere
La Più Bella Storia d’Amore
ma, come dice l’adagio,
non si finisce mai
di imparare e di dubitare.
E così, ancora una volta,
tanto facilmente come nasce una rosa,
o si morde la coda una stella fugace,
seppi che la mia opera era stata scritta
perché La Più Bella Storia d’Amore
è possibile solo
nella serena e inquietante
calligrafia dei tuoi occhi.

Luis Sepúlveda