Non consiglierei a nessuno d'essere come me:
troppa sensibilità, troppo provare, troppo sentire, troppo
percepire, troppo immaginare, troppo desiderio.
Non consiglierei a nessuno d'essere come me: troppo fiduciosa,
ingenua, spontanea, impulsiva.
Desidererei guardare le cose secondo la loro misura, senza il
bisogno di ingigantire sempre tutto. Perché, per quelle come me, è un guaio.
Quelle come me, e non consiglio di esserlo, si sentono mancare l'aria ogni
giorno per un'attenzione in meno, per una carezza in meno. Quelle come me
sopportano e si tengono tutto l'amaro dentro. Quelle come me implodono ogni
giorno e poi mostrano il loro più bel sorriso.
Quelle come me sono difficili, complesse, inseguono sogni
immaginari. Parlano da sole, nel silenzio della notte, sperano e hanno gli
occhi lucidi al sorgere di una nuova alba.
Quelle come me sono così: forti nel corpo da possedere la
fragilità dell'anima.
E fanno finta di credere alle bugie, alle speranze, ai sorrisi di
circostanza, quelle come me.
Ma più di tutto, le riconosci dagli occhi. Sono il portale della
vita, sono pensieri, parola, cuore, felicità, chiarore, buio, ansia,
malinconia.
Più di tutto quelle come me le riconosci perché non sono quasi mai
le prime ad abbracciare, a dire parole dolci, ma sarebbero in grado di amare
fino a distruggersi.
Quelle come me, quando amano, amano forte, si svelano, si
spogliano, si riconoscono. Hanno un cuore troppo grande e colmo di cose
amabili. E danno, danno troppo.
Nessun commento:
Posta un commento