Dall'archivio
di Giovanni Provvidenti.
O risata, gioiello d'anima pura, che dal profondo dramma di un impulso dionisiaco scaturisci soave: qual ruscello che, fluido, scorre tra selve antiche e prati di giada! Tu scorri in me ed io scorgo, ironico, il sorriso che dispiega nel tutto di beffarde Menadi danzanti!
O
celeste armonia di suoni lieti, tu sei l'eco di gioie lontane, il vibrar di
corde invisibili che il cuore percuote, inebriandolo!
Da
qual recondito angolo, o risata, trae origine il tuo canto?
Forse
dal grembo dell'etere divino, ove dimorano le muse gioconde, o forse dalla
terra antica e fertile che, gravata di memorie e misteri, ci offre l'oblio nei
tuoi fremiti leggeri.
O
risata, maschera inconsueta di drammi e commedie vissute all'apice di una mesta
lacrima, dolce inganno del dolore che al cor mesto apporti sollievo, ti levi
come il sole all'alba, disperdendo le ombre della notte.
Con
la tua lucente spada d'argento tranci le catene del pensiero greve e come
fiamma danzante nei venti, tu scaldi gli animi con le tue scintille.
In
ogni tuo suono si cela una storia, un racconto di umana esperienza, d'amore e
di perdita, di speranza e follia, un mosaico di istanti che il tempo sospinge.
Tu
sei il fiore che sboccia nei giardini dell'anima, nutrito dalla pioggia della
felicità, e come l'arcobaleno dopo il temporale, porti promessa di cieli
sereni.
O
risata, amica degli dèi e degli uomini, il tuo potere è pari al fulgore delle
stelle, poiché in te si cela la vera essenza di ciò che l'umano spirito eleva.
Non
vi è nulla che possa eguagliarti, neppure la melodia più dolce che, pur colma
d'armonia, non può lenire i mali come il tuo tocco.
In
te, o risata, si dissolve ogni paura, ogni tormento si fa lieve e il tempo
stesso, quel severo custode, cede alla tua forza, rallenta il suo passo.
Tu
sei la chiave o l'anima o lo spirito del mondo infantile, ove tutto è ancora
innocente, ove tutto è ancora fanciullezza - e tu la più leggiadra e leggera
delle fanciulle!
Sei
lo spirito libero che libera dallo spirito grève, ove il male non ha dimora e
il cuore si apre alle meraviglie del mondo!
Non
vi è luogo ove non risuoni, risata, a denti stretti o impenitente o di gioia
improvvisa.
Nelle
aule dorate dei rè, come nelle umili case di paglia, tu giungi sempre,
messaggera d'allegrezza,
e
doni a ciascuno il tuo tesoro: un attimo d'eternità sospesa, ove la vita
s'incontra con la felicità e il finito si mesce con l'infinito!
Che
la tua eco mai si spenga, o risata, simbolo dell'attimo fuggente, ma sempre,
come il vento tra i rami, tu possa danzare leggiadra, illuminando con il tuo
fuoco sacro il cammino degli uomini, così che in ogni passo vi sia sempre la
gioia del sorriso - persino in un dramma!
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