E’
vero che oggi stiamo vivendo in un’epoca senza valori? È questo che porta
l’individuo e l’intera umanità alla così detta crisi esistenziale?
Siamo continuamente scossi da notizie
tragiche, suicidi, omicidi, genitori che uccidono i figli e viceversa, stragi
quasi annunciate e attribuite a momenti di follia o a un termine ormai abusato
come la depressione. Spesso si sente dire che tutto questo dipende dalla
mancanza di quei valori che dovrebbero guidarci e darci una giusta dimensione della
realtà. Come si può spiegare questa
crisi di valori?
A dettare questi gesti estremi troviamo spesso
un’incapacità di chi li compie ad affermare la propria individualità: un forte
disorientamento che porta all’impossibilità di percepire e definire con
chiarezza la propria individualità. L’individualità, le proprie esigenze, i
propri pensieri, finisce per prendere il sopravvento su tutto quello che ci
circonda.
Si ha l’impressione che quello che sfugge al
nostro controllo e alla nostra comprensione crei un senso di disagio, ma perché
si arriva a temere così quello che non si riesce a capire e a spiegare?
L’uomo è atterrito, angosciato, annichilito. Gli
sembra di non avere un volto, un’identità, uno sguardo, in un mondo vuoto,
privo ormai di alcun senso, di certezze, di riferimenti metafisici.
Il
mondo moderno è succube di una crisi morale, la quale ha portato l’umanità
nell’angoscia dell’assurdo e alla perdita delle certezze ultime dell’uomo. Crollano
i valori, il nulla è il fondamento nascosto del mondo, l'uomo si è rinchiuso
nella gabbia della libertà, dell'esaltazione dell'io, dell'esteriorità
rinunciando a essere se stesso.
L’uomo non riesce più a provare pietà, non
conosce più l’amicizia, la ribellione e la speranza: la crisi porta alla
rinuncia di essere uomo, anche se la sfida è il contrario: recuperarsi come
tale, riandare verso se stessi per rigovernarsi (governo di sé, saper
partecipare alla propria vita, avere autorità di sé), attraverso un processo di
maturazione per imparare a praticare l'adultità
del sé per avere consapevolezza continua del proprio progetto.
Dovrebbe
spogliarsi del vecchio abito mentale per acquisire la convinzione di non
possedere più la verità con la V maiuscola e conquistare, invece, la capacità
di porre i problemi, di imparare a interpretarli con una nuova riflessività
sulla memoria che gli consentirà di vedere che può esportare nel futuro.
E'
dalla memoria che gli arriverà il richiamo a quello che è stato per proiettarlo
in un nuovo progetto: ogni persona ha una responsabilità unica nei confronti di
sé e degli altri, è il fuoco centrale che si fa filtro tra sé e il mondo.
Non
posso essere neutro, devo ritrovare i valori del giusto e dell'equo, del bene
comune, il principio forte della relazionalità e della condivisione attraverso
le categorie dell'amore, del dono, del riconoscimento dell'appartenenza
dell'altro alla comunità.
“Davanti a noi stanno cose migliori di quelle che ci siamo lasciati
alle spalle.” (Clive Staples Lewis) (Angela Baldi)
Nessun commento:
Posta un commento